WorkAir, il gilet intelligente che protegge i lavoratori

WorkAir

Nuovi campi di appliazione per l’airbag di protezione del corpo umano messo a punto da  D-Air Lab, come il gilet intelligente WorkAir.

Con le conoscenze sviluppate alla Dainese, nel 2015 Lino Dainese fonda D-Air Lab per individuare nuovi campi d’applicazione della tecnologia D-air, il sofisticato airbag per la protezione del corpo umano impiegato dai campioni della MotoGP, dello Sci Alpino e da moltissimi motociclisti in tutto il Mondo. Questo importante know how, adeguatamente evoluto, è oggi applicato da D-Air Lab nei Vestiti Intelligenti realizzati per offrire protezione e sicurezza a lavoratori, anziani, bambini, alla nuova mobilità urbana e anche a coloro che operano in ambienti estremi come l’Antartide o lo Spazio.

D-Air Lab risponde al desiderio di protezione di queste persone perché traduce in realtà le promesse della tecnologia e le possibilità dell’aria, grazie alle competenze di cui dispone ossia:

WorkAir

WorkAir: il gilet intelligente

Tra i progetti divenuti prodotto, occorre ricordare WorkAir, il primo airbag per la protezione di lavoratori in altezza certificato come Dispositivo di Protezione Individuale.

WorkAir applica al mondo del lavoro la tecnologia del Vestito Intelligente e protegge efficacemente dagli impatti la schiena e il torace con i suoi organi vitali. Progettato e testato in Italia in collaborazione con Enel, con la quale D-Air Lab collabora dal 2016, il gilet intelligente è ora disponibile per chi desidera maggior sicurezza durante i lavori in quota.

WorkAir

D-Air Lab è una realtà in continua evoluzione, dove i progetti innovativi non si esauriscono mai. L’azienda è infatti da sempre mossa dalla volontà di rendere il Vestito Intelligente una tecnologia rivoluzionaria e disponibile in sempre più contesti. Per farlo collabora con istituzioni, enti e aziende di primario livello quali Università Alma Mater di Bologna, Università degli Studi di Padova, MIT, UNLESS, Enel, Head Tyrolia.

L’impegno di D-Air lab ha risvolti anche sociali, pensiamo ad esempio alla riduzione delle conseguenze delle cadute dei lavoratori e degli anziani, piuttosto che alla maggiore autonomia e minori rischi per epilettici e persone con disabilità; un impegno che è destinato ancora una volta a cambiare le sorti della tecnologia applicata all’uso quotidiano.