Alla ricerca dell’oro

6 L’idea alla base del progetto era affrontare il problema della manutenzione negli impanti PVD (Physical Vapour Deposition), impiegati per ricoprire dei substrati con film “sottili”, ovvero con spessori compresi fra pochi nm e decine di mm, all’interno di camere da vuoto. Si era infatti osservato come le tecniche PVD fossero afflitte da bassa efficienza ed elevati scarti di produzione (60-80% delle materie prime immesse nel processo non si deposita sul prodotto da rivestire, ma su superfici dalle quali il film dev’essere poi rimosso); manutenzione lunga, inefficiente e rischiosa per gli operatori. Questo perché i materiali che hanno “sporcato” le superfici interne della camera – durante il normale funzionamento – vengono rimossi con tecniche abrasive (che generano polveri pericolose se inalate), e la miscela così ottenuta va separata attraverso processi idro- e piro-metallurgici inquinanti e complessi.

Si è allora concluso che la soluzione dovesse prevedere l’adozione di uno “schermo” (prodotto) che permettesse contemporaneamente:

la protezione delle superfici interne della camera, supposta pre-esistente allo schermo,

anche attraverso un’agevole rimozione degli strati di films man mano depositatisi sullo schermo stesso,

1a
Fig. 1a
1b
Fig. 1b

la separazione e la selezione dei diversi materiali utilizzati durante i processi di deposizione.

1c
Fig. 1c

 

 

Si è dunque progettato un sistema elettromeccanico (lo “schermo dinamico”), secondo un’architettura modulare (fig. 1a), in grado di retrofittare quanto più possibile le diverse camere di deposizione in commercio (fig. 1b). Tale sistema viene ad essere installato all’interno della camera dell’impianto di deposizione prima dell’utilizzo dello stesso, precisamente tra il “crogiolo” (che emette le particelle neutre che andranno a “condensare” formando il film) e le pareti (fig. 1c).

 

Per maggio informazioni:

http://mrssnc.com/

 

Design thinking

Il motore Raptor: la rivoluzione di SpaceX nell’ingegneria dei razzi

Il motore Raptor di SpaceX che sta trasformando la propulsione spaziale, aprendo nuove possibilità per missioni interplanetarie e modificando l’accesso allo spazio. di Fiorenzo Borreani L’esplorazione spaziale ha sempre spinto l’ingegneria al limite, richiedendo innovazioni continue per superare le sfide

Software

Introduzione ai Drop Test

Le simulazioni di drop test rappresentano una tecnica avanzata nell’ingegneria strutturale per valutare la resistenza di materiali e componenti sottoposti a impatti. Queste simulazioni, basate su metodi numerici come l’analisi agli elementi finiti, consentono di prevedere il comportamento strutturale e

Design thinking

Combattere il caldo con pareti a zig zag a raffrescamento radiativo

Raffreddamento passivo: il successo delle pareti corrugate della Columbia University. di Lisa Borreani Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo energetico globale e contribuiscono al 36% delle emissioni di CO2. Il raffreddamento degli ambienti interni costituisce circa il 20%