Tolleranze per pezzi non rigidi o flessibili

Struttura in lamiera costituita da due supporti ancorati a un frame con una serie di viti M10. I due supporti vengono collegati con quattro viti M12 prima del montaggio nella struttura principale.
Struttura in lamiera costituita da due supporti ancorati a un frame con una serie di viti M10. I due supporti vengono collegati con quattro viti M12 prima del montaggio nella struttura principale.
Struttura in lamiera costituita da due supporti ancorati a un frame con una serie di viti M10. I due supporti vengono collegati con quattro viti
M12 prima del montaggio nella struttura principale.

La stessa norma Asme classifica e definisce le parti rigide (che non cambiano forma e dimensione per effetto del proprio peso) e parti non rigide, come i pezzi in gomma, lamiera sottile o in plastica, che possono piegarsi anche per effetto del loro peso. Questa definizione non è propriamente corretta, in quanto si possono progettare componenti che, pur non cambiando forma per effetto del proprio peso, si deformano o flettono una volta applicata una forza congruente con le esigenze di controllo e di montaggio. Di conseguenza, una definizione corretta di corpo rigido e non rigido può essere la seguente: “un corpo rigido è un componente che non si deforma o flette di una quantità che impedisca la sua funzionalità sotto l’effetto delle forze e vincoli di montaggio”. Viceversa, un componente viene definito non rigido o flessibile quando si deforma anche sotto l’effetto del proprio peso (es. o-rings), oppure non mantiene la propria forma quando è montato nei suoi datum funzionali (pezzi stampati in plastica, pezzi in lamiera, tubi e supporti sottili, pezzi in gomma, ecc.). Si prenda l’esempio dell’assieme di figura, in cui una struttura in lamiera è costituita da due supporti ancorati a un frame con una serie di viti M10. I due supporti vengono collegati con quattro viti M12 prima del montaggio nella struttura principale.

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