Nicolais, ricerca motore competitività

blogger-336371_960_720“Innovazione essenziale per le aziende, all’Italia serve forte reindustrializzazione”, dichiara Luigi Nicolais nell’intervista rilasciata a AdnKronos. Il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, già ministro dell’Innovazione nominato nel 2012 alla guida del maggiore ente pubblico di ricerca, è sempre più convinto che “la ricerca scientifica” sia “motore di competività per l’Italia”

Termina a febbraio il mandato di  presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e Luigi Nicolais, ex ministro dell’Innovazione nominato nel 2012 alla guida del maggiore  ente pubblico di ricerca, è sempre più convinto che “la ricerca  scientifica” sia “motore di competitività per l’Italia”. “Spero  moltissimo che questo Governo ed anche i prossimi Governi si rendano  conto che la ricerca ha un ruolo essenziale per il Paese e che si  debba investire di più in questa direzione” afferma Nicolais che,  intervistato dall’Adnkronos, traccia un bilancio dei quattro anni in  cui ha ricoperto il ruolo appartenuto anche al Nobel per la Fisica  Guglielmo Marconi. Per l’economia e l’industrializzazione del nostro Paese, osserva  Nicolais, “la ricerca ha un ruolo centrale per poter pensare ad una  competitività stabile” dell’Italia che “ha bisogno di una forte reindustrializzazione”. “L’impresa italiana per il futuro dovrà competere sempre di più non sul prezzo ma principalmente sulla capacità di riempire di innovazione e conoscenza il prodotto” rimarca. E per raggiungere questi obiettivi, avverte, “abbiamo bisogno di più  ricerca, più università e più scuola” e di una visione differente “nel modo di interazione tra i diversi attori.
Scuola, Università, Enti di  ricerca e imprese, dice Nicolais, “devono essere più vicini” ed è  necessario che le aziende “si rendano conto che l’innovazione è  l’elemento centrale nella competizione” sui mercati.

Spinta nuova cooperazione con industrie, accordi con Confindustria

In questo quadro, rileva Nicolais, “il Cnr ha un ruolo importantissimo” grazie ai suoi “diecimila i ricercatori distribuiti su tutte le regioni d’Italia” ed ai suoi “sette Dipartimenti che sono in grado di realizzare conoscenza in modo interdisciplinare”. Forte di questo ‘esercito’ di scienziati, durante la sua presidenza Nicolais ha aperto così “un nuovo fronte di cooperazione strategica” con le imprese, stringendo anche accordi con Viale dell’Astronomia. “Abbiamo lavorato molto -ricorda il presidente del Cnr- anche con Confindustria” per allargare l a cooperazione fra laboratori e aziende. Ma, ammette, “le industrie italiane non sono sempre recettive” e alla base di questo gap c’è “un preconcetto bilaterale: sia da parte delle aziende che dei ricercatori”. Le imprese, spiega, “a volte parlano un linguaggio diverso e ritengono troppo lunghi i tempi del ricercatore” rispetto alle esigenze di produttività, “i ricercatori, invece, puntano ad una ricerca il più possibile ‘pura’ e spostata sulle frontiere della conoscenza”. Tutto ciò non ha però frenato il programma di Nicolais che in questi quattro anni di presidenza ha cercato di “mettere insieme questi due sistemi”. “Oggi il time to market, il tempo di arrivare sul mercato, -sottolinea- si deve ridurre al minimo per arrivare in tempo”, quindi il progetto di ricerca “deve nascere insieme: ricercatore e imprenditore devono progettare insieme”.

Al lavoro con 1.400 aziende, lotta a burocrazia e in un anno 40 brevetti

Per questo, solo nel 2014, sottolinea Nicolais, “il Cnr ha interfacciato e collaborato con 1.400 imprese risolvendo problemi aziendali”, inoltre, “abbiamo vinto una gara con il ministero dello Sviluppo Economico e il Cnr è diventato l’organo tecnico di valutazione dei progetti industriali di ricerca, con l’impegno di rispondere in tempi rapidi sulla valutazione”. Eppure l’impatto di questa strategia si scontra con la realtà italiana in cui appena un’azienda su dieci, pari al 9% del totale, realizza R&D in Italia. I risultati per l’innovazione del Paese però non sono mancati. Nei quattro di mandato, il presidente Nicolais rileva che “il Cnr ha sviluppato fortemente la sua attività a brevettare”. “Lo scorso anno -riferisce- l’ente ha avuto circa 40 brevetti, non solo depositati ma anche con un possibile rilancio industriale” sul mercato. Nicolais infine guarda a questi quattro anni di presidenza spostando in avanti la visione dell’Ente. “Ho cercato di semplificare la burocrazia dell’Ente e ho spinto il Governo a modificare le norme che ci costringono ad avere una burocrazia così rigida”, ma, va compreso che “la ricerca va finanziata”. “Abbiamo circa duemila ricercatori a tempo determinato e in questi quattro anni non sono mai riuscito a fare un concorso. Auspico non, come dicono molti, di sistemare i precari” ma, chiude, “di dare ai nostri giovani ricercatori brillantissimi la possibilità di competere”.

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