L’Università di Pisa investe mezzo milione di euro per valorizzare la ricerca di eccellenza: sono 12 i progetti finanziati per produrre un brevetto entro sei mesi, tutti nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Sono 12 i progetti di ricerca che l’Università di Pisa ha selezionato al suo interno e finanziato con quasi mezzo milione di euro per produrre entro sei mesi un brevetto e un prototipo funzionante validato in laboratorio o in ambienti industrialmente rilevanti. Tutti riguardano tecnologie innovative legate agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile in ambito ambientale, economico e sociale, e diversi potranno avere un impatto di interesse pubblico per la società, essendo concentrati nei campi della salute e del benessere.
Più in dettaglio, gli ambiti di interesse riguardano l’agrifood, la mobilità sostenibile, l’energia, l’aerospazio, la chimica verde, la fabbrica intelligente e le tecnologie per gli ambienti di vita, con quattro progetti che svilupperanno farmaci utili nel trattamento di infezioni virali, a partire da quella da Covid-19.
I progetti selezionati sono risultati vincitori del bando interno tra le 32 proposte arrivate e il finanziamento ottenuto servirà a innalzare il livello tecnologico delle ricerche, per agevolare l’ultimo miglio del percorso verso il mercato con la nascita di spin off o l’avvio di partnership con grandi aziende nella logica dell’Open Innovation. Avranno inoltre il supporto dell’Ufficio di trasferimento tecnologico dell’Ateneo per depositare la domanda di brevetto secondo gli alti standard qualitativi che l’Università di Pisa si sta imponendo.
La nuova strategia dell’Università di Pisa
Questo bando segna l’inizio di una diversa strategia di valorizzazione della ricerca disegnata dalla nuova governance dell’Ateneo. “Seguendo le migliori pratiche internazionali – spiega il rettore Riccardo Zucchi – l’Università di Pisa intende avvicinarsi ai modelli dei grandi atenei mondiali, promuovendo un dialogo costante e sviluppando le collaborazioni con le macro aziende e i più importanti investitori privati”.
Dal canto suo il professor Corrado Priami, delegato per la Valorizzazione della ricerca e le nuove iniziative imprenditoriali, sottolinea che “siamo all’inizio di un percorso in cui la valorizzazione della ricerca è considerata un motore per lo sviluppo sociale ed economico del Paese, attraverso lo sfruttamento economico efficace e responsabile della proprietà intellettuale generata dai ricercatori dell’Ateneo, che molto spesso sono all’avanguardia anche a livello internazionale nelle rispettive discipline”.