Il senso di Gian Paolo Gerio di Comau per la robotica

NJ110 Aura, il robot collaborativo Comau ad elevato payload impegnato nella lucidatura di un cofano di Maserati Ghibli.

Quali sono oggi le tendenze tecnologiche e di mercato più rilevanti nel contesto della robotica e come si muove la vostra azienda a tale riguardo?

Gian Paolo Gerio, validation test and benchmarking laboratory manager di Comau Robotics and Automation Products.

In questa fase, la tendenza più evidente è quella che riguarda lo sviluppo e la diffusione dei robot collaborativi che, lavorando senza barriere al fianco dell’uomo, offrono nuove opportunità di utilizzo, soprattutto in un ambito di applicazione vasto come quello dell’assemblaggio. In questo dinamico contesto di mercato spicca Aura, il nuovo robot collaborativo presentato da Comau a Monaco di Baviera, lo scorso giugno, in occasione della fiera Automatica. Due sono le caratteristiche fondamentali che lo contraddistinguono sul mercato: la prima riguarda l’applicazione sulla struttura del robot di un rivestimento protettivo sensorizzato che, tra le altre sue prerogative, garantisce assoluta sicurezza nell’interazione con l’uomo; la seconda concerne la sua capacità di carico di ben 110 kg, che estende di fatto la collaborazione diretta con l’operatore anche a operazioni su oggetti molto pesanti. Questa attenzione di Comau ai differenti bisogni del mercato trova riscontro d’altra parte anche in prodotti di punta come i nostri robot Racer e Rebel-S.

In quale ottica sono state concepite e come si caratterizzano le due famiglie di robot a cui ha appena fatto riferimento?

Racer3 in configurazione Aura con la propria pelle protettiva che racchiude tutti i sensori necessari per rendere le applicazioni con questo robot sicure. In questa applicazione gioca a tris.

Negli ultimi due anni la business unit di Comau dedicata alla Robotica ha lavorato in particolare su due tematiche. Una riguarda il robot collaborativo, mentre l’altra l’espansione di Comau in nuovi mercati, oltre all’automotive, storico mercato di riferimento per la nostra azienda. Indirizzandoci quindi alla general industry abbiamo sviluppato due macro famiglie di robot di piccola taglia, per tutte quelle tipologie di aziende che manipolano oggetti di dimensioni e pesi ridotti. La famiglia Racer di piccoli robot antropomorfi, composta da cinque modelli, presenta una capacità di carico che va dai 3 ai 7 kg e uno sbraccio che va dai 630 ai 1436 mm. La famiglia Rebel-S segna invece il nostro ingresso nel mercato dei robot Scara, con una gamma composta da sei modelli dalla capacità di carico di 6 kg e dal raggio d’azione che va dai 450 ai 750 mm. Queste due famiglie di robot si differenziano quindi in modo sostanziale dalla produzione normalmente indirizzata al mercato automotive e trovano il loro sbocco naturale nella general industry, ma non solo.

Industria 4.0: qual è l’approccio della robotica a questa nuova sfida del mercato di oggi?

L’Industria 4.0 è un tema articolato, incentrato su un modello di fabbrica integrata, dove le macchine sono interconnesse tra loro grazie all’utilizzo di un’ampia varietà di sensori. Tali sensori consentono oggi anche ai robot industriali di avvalersi di nuove caratteristiche di flessibilità e di interconnessione. Anche la facilità di utilizzo spicca in questo ambito, dove dispositivi come ad esempio gli smartphone devono potersi interfacciare direttamente con la macchina, o con il controllo del robot nel nostro caso, in modo da poter fare il download delle informazioni di interesse. Questi stessi dispositivi diventano spesso, altresì, il canale preferenziale utilizzato dal manutentore di linea, piuttosto che dal programmatore. L’innovazione tecnologica che porta a una maggiore flessibilità, facilità di utilizzo e all’interconnessione tra le macchine nei processi produttivi industriali vede in prima linea la Robotica.

Quale importanza riveste dunque per una realtà come la vostra l’attività di Ricerca & Sviluppo? Come vi muovete in tale ambito?

Comau investe da sempre fortemente nel settore Ricerca & Sviluppo, che oggi chiamiamo più precisamente Sviluppo Prodotto, termine che meglio definisce infatti la spiccata rilevanza del prodotto nelle nostre attività di ricerca e progettazione. In questo ambito viene rivolta, ad esempio, costante attenzione al tema dei brevetti. Nello sviluppo di un nuovo prodotto, infatti, analizziamo già dalla fase di design non solo il livello e il tipo di innovazione offerti, ma procediamo in parallelo con le appropriate verifiche per quanto concerne il versante dei brevetti. Questo ovviamente serve a tutelare il prodotto realizzato da Comau, in un’ottica di commercializzazione nei diversi Paesi. Un altro punto di grande interesse nell’ambito dell’attività di Sviluppo Prodotto riguarda lo studio delle normative internazionali, su cui poniamo il massimo impegno, ad esempio intervenendo attivamente nei comitati internazionali preposti. Per meglio comprendere le dinamiche che coinvolgono il nostro lavoro, è altresì importante evidenziare la collaborazione con i responsabili di prodotto in merito alla definizione dei requisiti, lato utente. Insieme ai responsabili di prodotto partiamo infatti da una valutazione dei bisogni dei clienti, per poter mettere a punto le specifiche dei nostri prodotti in fase di studio e definizione. Si configura quindi un lavoro di squadra che coinvolge non solo la progettazione, ma anche chi si occupa della gestione del prodotto, per soddisfare al meglio le aspettative dei nostri clienti.

Come siete strutturati nel contesto dello Sviluppo Prodotto per quanto riguarda, in particolare, l’area prototipi di cui Lei è responsabile?

L’area denominata Product Development Laboratory è un’ampia zona strutturata in: laboratori, uffici e magazzini, a cui si aggiunge un’area destinata alle celle robotizzate, che vanno dai 9 ai 25 mq, dove sono collocati i prototipi dei nostri robot. Qui, chi si occupa della progettazione, hardware, software o meccanica, procede alla realizzazione dei test. Da sottolineare inoltre in tale contesto la nostra attività di supporto al discorso sulle certificazioni. Man mano che procediamo con la realizzazione dei prototipi, quindi prima che il robot venga messo in produzione e in vendita, effettuiamo infatti prove specifiche, per esempio di compatibilità elettromagnetica, o del grado di protezione dalle polveri, per accertarci che il prodotto sia conforme alle normative internazionali.

Interpreti dell’automazione industriale

Da oltre 40 anni Comau, Società del Gruppo FCA, si occupa della produzione e fornitura di sistemi avanzati di automazione industriale e dell’integrazione di prodotti, processi e servizi atti ad aumentare l’efficienza degli impianti, per ridurre i costi complessivi di produzione. Con una storia consolidata nell’industria automobilistica, Comau diversifica le proprie competenze e impiega il proprio know-how per operare in nuovi ambiti e realizzare innovative applicazioni, offrendo sistemi e linee di saldatura e assemblaggio scocche, sistemi di lavorazione e assemblaggio motori e una vasta gamma di robot industriali per tutti i campi applicativi. Il network internazionale di Comau ha il suo Headquarter a Torino, copre 17 Paesi – con 33 sedi, 15 siti produttivi, 5 centri di innovazione – e impiega circa 12.600 persone in tutto il mondo. Il continuo sviluppo dei propri prodotti e servizi, consente a Comau di essere protagonista di primo piano nel settore dell’automazione industriale.