Generazione di robot “soffici”

Il primo robot completamente soffice è stato realizzato dal gruppo di ricerca di Micheal Wehner e colleghi dell’Università di Harvard, si chiama Octobot ed è stato descritto dagli autori su Nature, dimostrando che una delle direzioni più promettenti per la robotica è quella soffice, cioè basata su strutture e materiali deformabili e morbide. Barbara Mazzolai e Virgilio Mattoli dell’IIT hanno commentato il lavoro pioneristico dei colleghi statunitensi come una notevole spinta in avanti rispetto agli obiettivi della comunità robotica internazionale, poiché non solo il polpo ha corpo e attuatori soffici, ma anche le parti di controllo e di alimentazione – un sistema pneumatico a base di silicone e funzionante grazie alla catalisi di una soluzione di perossido di idrogeno, sostituisce parti solitamente elettroniche e dure.

In “Robotics: Generation soft”, Mazzolai e Mattoli, che in IIT si dedicano alla robotica bio-ispirata – come il progetto Plantoide – e all’invenzione di materiali soffici e intelligenti (vedi progetto con Vibram), analizzano, inoltre, quello che sarà il futuro soffice della robotica. La struttura morbida e deformabile per i robot, infatti, è la chiave per avere sistemi in grado di adattarsi alle conformazioni variabili degli ambienti umani, afferrando e manipolando oggetti di qualsiasi forma, e per essere sicuri nell’interazione con l’uomo. Ma per arrivare a oggetti completamente affidabili e applicabili nel mondo reale, la ricerca dovrà  trovare la soluzione a problemi importanti. Il primo è lo sviluppo di sistemi di controllo che permettano al robot di realizzare movimenti più complessi e con maggiore livello di interazione con l’ambiente circostante; poi lo sviluppo di un sistema di attuatori in grado di generare maggiore forza; infine, perfezionare e inventare nuove tecniche di fabbricazione, andando oltre l’attuale micro-modellazione, litografia e stampa 3d.

Riguardo le applicazioni, Mazzolai e Mattoli ne citano alcune: i sistemi robotici soffici potranno diventare strumenti per l’ispezione di zone post-disastro naturale o causato dall’uomo, esplorando e intervenendo in caso di bisogno, oppure endoscopi soffici per monitorare lo stato di salute del nostro corpo, e dispositivi ortopedici per la riabilitazione di caviglie e piedi.

fonte: iit Talk

Design thinking

Riduzione dell’impatto ambientale come specifica della progettazione

L’adozione di tecniche e criteri di progettazione “green” per la riduzione dell’impatto ambientale non rappresenta solo un dovere etico o un obbligo normativo, ma anche una concreta opportunità di innovazione e di differenziazione competitiva per le aziende. di Giorgio De

Design thinking

Figure 02: l’integrazione di robot umanoidi nella produzione automobilistica

Analisi tecnica dell’impiego del robot Figure 02 nel contesto della iFACTORY BMW. di Lisa Borreani BMW ha avviato una collaborazione strategica con la startup californiana Figure AI per testare l’integrazione operativa di un robot umanoide all’interno di uno stabilimento automobilistico. Il

Metodologie di progettazione

Progettazione strutturale di telai per macchine automatiche

Nel campo dell’automazione industriale, la struttura portante delle macchine riveste un ruolo cruciale per l’intero sistema. Telai, basamenti e strutture di supporto devono garantire rigidezza, stabilità e compatibilità con componenti mobili e attuatori, senza introdurre vibrazioni indesiderate o cedimenti in

Additive manufacturing

Maddie, il primo AI Agent italiano per la manifattura additiva

Maddie è il primo AI Agent sviluppato per semplificare l’accesso alla manifattura additiva e accelerarne l’adozione nel tessuto produttivo italiano, ed è stata la protagonista dell’evento MadeInAdd: Shaping the present of Additive Manufacturing, in cui sono state illustrate non solo