A partire dal 2022 sarà la scienza a guidare Atlas Copco nell’impostazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale

L’emergenza climatica è sotto gli occhi di tutti e molte aziende si stanno muovendo per contribuire all’obiettivo comune, definito negli Accordi di Parigi, di limitare l’aumento del riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Fra queste Atlas Copco, multinazionale svedese, i cui obiettivi di riduzione delle emissioni saranno, a partire da quest’anno, convalidati dalla Science Based Target initiative (SBTi), iniziativa, nata da CDP (il Global Compact delle Nazioni Unite, da WRI (World Resources Institute) e dal WWF (World Wide Fund for Nature) con l’intento di guidare le aziende nell’impostazione di obiettivi che abbiano una convalidata base scientifica.

Atlas Copco, che lavora da molto tempo per offrire prodotti e soluzioni sempre più efficienti dal punto di vista energetico e per ridurre le emissioni dovute alle attività produttive, ha ottenuto in questi anni una riduzione delle emissioni CO2 dovute alle attività produttive e al trasporto del 28% in relazione al costo del venduto rispetto al 2018. Questi risultati sono stati possibili grazie all’acquisto di energia prodotta da fonte rinnovabile, all’installazione di pannelli solari, all’attuazione di misure di risparmio energetico, al miglioramento dei processi logistici e all’utilizzo di mezzi di trasporto meno inquinanti.

Il passaggio a obiettivi “basati sulla scienza” è un’indicazione importante dell’attenzione dell’azienda verso la sostenibilità: questi nuovi target, infatti, coinvolgono l’intera catena del valore con una visione olistica dell’impatto delle aziende sull’ambiente. In base all’impostazione definita dalla Science Based Target initiative, infatti, sono tre gli ambiti a cui devono fare riferimento i calcoli:

  • l’ambito uno si concentra sull’impatto climatico diretto di un’azienda: in quest’area rientrano le emissioni generate dai processi interni all’azienda e dall’utilizzo dei veicoli aziendali.
  • l’ambito due si concentra sulle emissioni indirette, quelle generate dall’energia utilizzata per alimentare il processo produttivo.
  • l’ambito tre si concentra sulle emissioni indirette, generate a monte e a valle delle attività produttive: in quest’area rientrano ad esempio le emissioni provenienti da viaggi di lavoro, dal materiale acquistato, e dai trasporti. In questo contesto rientrano anche le emissioni generate dai prodotti sviluppati dall’azienda quando sono utilizzati dai clienti finali.

A seguito di un processo di analisi che ha coinvolto i rappresentanti di ciascuna area aziendale, Atlas Copco ha fissato i seguenti obiettivi “basati sulla scienza”: riduzione entro il 2030 di almeno il 46% delle emissioni dovute alle attività interne e di almeno il 28% delle attività sulla catena del valore. Questi obiettivi, valutati usando come base di riferimento il 2019, sono applicati a partire dal 2022 e saranno rivisti almeno ogni cinque anni per assicurarsi che siano ancora in linea con le ultime scienze del clima e con le ambizioni aziendali.

“Il Gruppo Atlas Copco ha aumentato in modo significativo le ambizioni climatiche fissando importanti obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale per l’intera catena del valore. È importante comunque sottolineare il nostro impegno nello sviluppo di soluzioni efficienti dal punto di vista energetico per consentire ai nostri clienti di ridurre le loro emissioni di gas serra. L’impatto ambientale causato della nostra azienda, infatti, deriva in massima parte dall’utilizzo dei nostri prodotti nei processi produttivi dei clienti”, afferma Juan Manuel Tejera Martinez, General Manager Atlas Copco Italia – Divisione Compressori.