I ricercatori del Politecnico di Torino e dello Houston Methodist Research Institute sono riusciti a dare un’interpretazione fisica e una quantificazione al fenomeno di riduzione di mobilità dell’acqua in prossimità di superfici alla nanoscala, già noto nella comunità scientifica come “nanoconfinamento” Il rilievo della scoperta è dato dal suo immediato impatto nell’ottimizzazione e progettazione di tecnologie innovative in una vasta gamma di ambiti: dalla fisica tecnica (es. “nanofluidi” formati da acqua e nanoparticelle per lo scambio termico ad elevate prestazioni) all’energia sostenibile (es. batterie termiche che utilizzano acqua nanoadsorbita per accumulare calore); dal rilevamento e rimozione di inquinanti nell’acqua (es. mediante “nanofiltri” molecolari) alla nano medicina.