Senza fili e senza batterie: ecco come saranno le auto di domani grazie alle motoruote

L’edizione di quest’anno dell’EVS29 canadese, simposio sulla mobilità elettrica con respiro internazionale, ha portato alla ribalta un interessante filone di studi riguardante le motoruote.

Già degne di attenzione negli anni scorsi, le voci sullo sviluppo tecnologico di questi motori miniaturizzati all’interno delle ruote stesse delle vetture si erano calmate in tempi più recenti ma, adesso, un progetto dell’Università di Tokyo riaccende gli interessi su di esse.

Assieme nientemeno che a Toyota, professori e studenti di ingegneria dell’ateneo giapponese stanno infatti portando avanti un progetto tangibile che non solo sgombera la carrozzeria delle auto dalla presenza di un motore ma anche da quella di una batteria.

Le motoruote – ovviamente elettriche – studiate dai Giapponesi sono infatti anche wireless per quanto riguarda la loro alimentazione: grazie al perfezionamento delle spire elettromagnetiche già note in tutto il mondo della trasmissione di energia senza fili, sarà la strada stessa a fornire loro linfa costante.

Il progetto congiunto tra Università di Tokyo e Toyota punta così a perfezionare un in-wheel motor per renderlo talmente efficiente ed affidabile da poter realmente costituire un’alternativa alle attuali tecnologie automobilistiche.

L’idea di fondo è infatti di rendere le vetture elettriche libere dalla schiavitù della ricarica via cavo, addirittura consentendo loro di ricaricarsi durante la marcia.

La prospettiva che sarà testata proprio nel campus di Tokyo prevede l’inserimento di pad elettromagnetici in gradi di erogare energia sotto forma di onde sotto l’asfalto della strada, in modo che le vetture si ricarichino direttamente percorrendole.

O, meglio, si muovano proprio perché passano sopra ai pad, dato che le motoruote non sono collegate ad alcuna batteria.

L’anno scorso il livello di efficienza raggiunto dal sistema si attestava ad un 95% entro i 20 cm di distanza dal suolo delle spire del veicolo: il piccolo prototipo costruito dagli studenti giapponesi era così in grado di viaggiare sino alla velocità di 80 km/h.

Design thinking

Il motore Raptor: la rivoluzione di SpaceX nell’ingegneria dei razzi

Il motore Raptor di SpaceX che sta trasformando la propulsione spaziale, aprendo nuove possibilità per missioni interplanetarie e modificando l’accesso allo spazio. di Fiorenzo Borreani L’esplorazione spaziale ha sempre spinto l’ingegneria al limite, richiedendo innovazioni continue per superare le sfide

Software

Introduzione ai Drop Test

Le simulazioni di drop test rappresentano una tecnica avanzata nell’ingegneria strutturale per valutare la resistenza di materiali e componenti sottoposti a impatti. Queste simulazioni, basate su metodi numerici come l’analisi agli elementi finiti, consentono di prevedere il comportamento strutturale e

Design thinking

Combattere il caldo con pareti a zig zag a raffrescamento radiativo

Raffreddamento passivo: il successo delle pareti corrugate della Columbia University. di Lisa Borreani Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo energetico globale e contribuiscono al 36% delle emissioni di CO2. Il raffreddamento degli ambienti interni costituisce circa il 20%