Velocizzare la realizzazione di investimenti tecnologici

Una strategia solida di contrattualistica e approvvigionamento di capitali è fondamentale per affrontare con successo le sfide nella realizzazione di investimenti tecnologici, quali infrastrutture strategiche, come data center e impianti per la produzione di semiconduttori.

di Andrea Bondi

Il settore delle costruzioni rappresenta circa il 13% del PIL globale, ma continua a soffrire per la scarsa crescita della produttività e delle performance, mentre deve fronteggiare carenze di manodopera qualificata, instabilità delle catene di approvvigionamento, complessità normativa e volatilità dei prezzi di materie prime e attrezzature. Si tratta di difficoltà sempre rilevanti, ma oggi assumono un peso particolare in un contesto caratterizzato da ingenti investimenti per il rinnovo delle infrastrutture, la transizione energetica e la crescente domanda di strutture per l’industria tecnologica avanzata.

Tantissimi investimenti all’orizzonte

Secondo un’analisi McKinsey, nei prossimi anni, sia il settore pubblico sia quello privato investiranno miliardi di dollari in conto capitale, per un totale stimato di oltre 16.000 miliardi di dollari nel solo 2025, con un tasso di crescita annuo del 6%.

Tutti i segnali indicano che il settore delle costruzioni si prepara a una nuova fase di forte espansione. In Europa, l’EU Chips Act prevede investimenti per 43 miliardi di euro a sostegno della filiera dei semiconduttori, cui dovrebbero aggiungersi ulteriori 100 miliardi di investimenti privati; in India, il 3,3% del PIL sarà destinato alle infrastrutture; in Arabia Saudita, sono stati annunciati progetti per un valore complessivo di 1250 miliardi di dollari e negli Stati Uniti, il Bipartisan Infrastructure Law mette in campo 1200 miliardi di dollari per il potenziamento delle infrastrutture.

Allo stesso tempo, le dinamiche geopolitiche stanno ridefinendo la geografia della produzione avanzata e dei data center: sempre più aziende stanno riportando o avvicinando le proprie attività produttive ai mercati di riferimento, per ridurre i rischi legati alla sicurezza e rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento.

Il settore è però in difficoltà

Nonostante queste opportunità senza precedenti, il settore rischia di non sfruttarle appieno se non affronterà le pressioni di mercato e di settore che stanno cambiando il modo in cui committenti e appaltatori gestiscono i progetti. L’incertezza sui dazi e il trasferimento del rischio attraverso contratti “cost-plus”, esclusioni aggiuntive e alti margini di sicurezza stanno rendendo la gestione delle commesse più complessa e costosa.

Malgrado i progressi tecnologici e l’adozione crescente della prefabbricazione off-site, la produttività del lavoro nelle costruzioni è sostanzialmente ferma da decenni e cresce molto meno rispetto ad altri settori come la manifattura.

Carenza di manodopera e aumento dei costi

La mancanza di lavoratori qualificati colpisce sia le figure operative sul campo, sia i ruoli di supervisione e supporto tecnico. Nel 2023 e all’inizio del 2024, negli Stati Uniti erano aperte oltre 400.000 posizioni nel settore, con un impatto diretto su salari e produttività. A fine 2024 il gap si è ridotto a circa 250.000 posti, ma resta un problema rilevante, amplificato dal pensionamento di molti addetti esperti e dall’avvio di nuovi progetti.

Questa dinamica, sommata alla volatilità delle forniture e alle pressioni inflazionistiche, rende difficile per i committenti ottenere contratti a prezzo fisso (lump-sum) vantaggiosi, perché includono spesso premi elevati e riserve di rischio significative, oppure clausole che trasferiscono parte del rischio ai committenti tramite ordini di variazione, limitando però i benefici in caso di riduzione dei costi.

Supply chain sotto pressione

Negli ultimi anni, anche la supply chain per i grandi progetti industriali è sotto forte pressione, con tempi di consegna sempre più lunghi per attrezzature critiche e materiali da costruzione. In certi casi, ottenere componenti chiave come sottostazioni elettriche o trasformatori richiede fino a tre anni di attesa. Per ridurre i ritardi, molte aziende prenotano in anticipo le date di consegna o versano acconti consistenti ai fornitori.

A questa sfida si aggiunge la volatilità dei prezzi dei materiali, con aumenti superiori al 30% per acciaio, rame e calcestruzzo prefabbricato. Le oscillazioni colpiscono anche produzione e logistica, complicando la pianificazione e portando a sforamenti di budget e ritardi.

Il quadro è ulteriormente complicato da vincoli normativi e autorizzativi, soprattutto nei progetti internazionali, dove pesano differenze di regolamentazione, dazi variabili e requisiti ambientali. Questi fattori condizionano la scelta dei siti e spingono, ad esempio, alcuni acquirenti a prenotare capacità produttiva locale per evitare l’impatto dei dazi. Tuttavia, la forte domanda per una capacità produttiva limitata alimenta ulteriori rincari.

Tre mosse per affrontare le pressioni di mercato

Per affrontare le attuali difficoltà e garantire che il progetto rispetti costi, tempi, qualità, sicurezza e sostenibilità, restando in linea con le priorità aziendali e le condizioni del mercato, servono strategie di contrattualistica e approvvigionamento mirate, capaci di ridurre i rischi e cogliere nuove opportunità, basandosi su dati concreti e analisi dei risultati per tutte le parti coinvolte.

1) Gestione ottimale delle risorse

Il punto di partenza è capire bene le forze in campo rispetto a risorse economiche, competenze tecniche, esperienza gestionale e precedenti in progetti simili: questo permette di stabilire cosa gestire internamente e cosa affidare all’esterno, evitando sprechi e ottimizzando il lavoro.

La suddivisione degli incarichi tra appaltatori va studiata per stimolare la concorrenza, mantenere sotto controllo le interfacce tra le varie lavorazioni e definire responsabilità chiare.

Nei progetti tecnologici avanzati, è fondamentale dare priorità sin dall’inizio ai componenti con tempi di consegna più lunghi e, quando possibile, separare i contratti per materiali, attrezzature e manodopera. Questa flessibilità consente di bloccare i prezzi dei materiali in anticipo e gestire meglio eventuali carenze di forza lavoro.

2) Valutare i rischi per costruire una strategia di gara e compensi solida

La gestione efficace del rischio attraverso un’analisi chiara e completa aiuta a individuare i possibili rischi, a valutarne la probabilità e a capire come interagiscono tra loro. Successivamente, si sviluppa la strategia di mitigazione e di gara più adatta e si definisce un sistema di compensi più adatto. Sempre più spesso, ai contratti a prezzo fisso si preferiscono formule “a libro aperto”, che condividono rischi e incertezze tra committente e appaltatore. Tra le pratiche più innovative c’è il collaborative contracting: un unico contratto che unisce tutti i principali attori, con condivisione dei profitti e una clausola “no-fault” per evitare conflitti ed un comitato di gestione congiunto, che monitora il progetto.

Per le negoziazioni si può utilizzare il metodo MESO (Multiple Equivalent Simultaneous Offers), che permette di esplorare più scenari di accordo contemporaneamente e capire le priorità dell’altra parte: così si individuano margini di scambio vantaggiosi, che permettono di cedere su elementi meno importanti per ottenere condizioni migliori su quelli strategici.

3) Analizzare i punti di forza del mercato per colmare le lacune

Per avere successo, è fondamentale conoscere bene le capacità degli appaltatori e capire il contesto competitivo. Le strategie devono puntare a sfruttare i vantaggi del mercato e superare le debolezze, ad esempio formando joint venture con aziende internazionali per colmare mancanze locali.

Quando la disponibilità o produttività della manodopera è critica, come in progetti remoti, si sviluppa una strategia del lavoro che valuta i rischi e i compromessi già all’inizio, analizzando dati economici, del progetto e del settore pubblico ed includendo incentivi, infrastrutture di supporto, servizi di catering, accessi e alloggi, perché mobilitare migliaia di lavoratori in poco tempo è una sfida che richiede una pianificazione precisa.

Il ruolo delle tecnologie digitali negli investimenti tecnologici

Sfruttare queste capacità permette di integrare nella strategia contrattuale strumenti digitali innovativi che migliorano la gestione del progetto. Tecnologie come la pianificazione generativa, l’AI, il BIM e la fotogrammetria 3D stanno rivoluzionando il modo di lavorare, aumentando efficienza e risultati. È importante inserire nei contratti standard condivisi, indicatori di performance e regole per l’uso della tecnologia, così da garantire il massimo beneficio.

Oggi i progetti sono monitorati da torri di controllo digitali che raccolgono tutte le informazioni in tempo reale, facilitando decisioni rapide e precise. Si usano immagini satellitari per controllare l’avanzamento e simulazioni BIM per ottimizzare i piani e adattarsi a problemi come ritardi nelle forniture, bilanciando tempi, costi e attività.

Per cogliere il valore di queste tecnologie serve una mentalità aperta e capacità digitali crescenti. La digitalizzazione migliora la collaborazione e il controllo lungo tutta la catena, rendendo le aziende più resilienti e pronte a decisioni basate sui dati.

In conclusione, il settore delle costruzioni ha davanti a sé un’opportunità storica per innovare, grazie ai massicci investimenti globali nelle infrastrutture e nelle tecnologie avanzate. Per sfruttarla bisogna conoscere bene il mercato post-pandemia, gestire la complessità del settore e affrontare con successo le sfide della supply chain. Strategie di contrattazione e procurement ben costruite sono la chiave per riuscirci; tuttavia, come sempre, la differenza la farà l’esecuzione.

Metodologie di progettazione

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