Fanuc: le auto elettriche traineranno i robot industriali

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Il presidente di Fanuc delinea il doppio filo che lega la mobilità elettrica all’automazione industriale e il ruolo da protagonisti dei robot.

Il presidente e CEO di Fanuc Kenji Yamaguchi delinea il doppio filo che lega la mobilità elettrica all’automazione industriale, anticipando il ruolo da protagonisti dei robot nella produzione di massa dei veicoli elettrici e nell’abbattimento dei costi finali.

“L’automazione contribuirà a ridurre il costo finale dei veicoli elettrici. Sarà proprio la robotizzazione delle linee produttive a fare da propulsore per la diffusione di massa delle auto alimentate a batterie”. Ne è convinto Kenji Yamaguchi, Presidente e CEO di Fanuc, azienda specializzata nel campo della robotica, del controllo numerico e dell’automazione industriale, che nel corso di una recente intervista con il quotidiano economico giapponese Nikkei Asia ha rilasciato importanti dichiarazioni sul futuro dei robot e sul legame a doppio filo esistente tra automazione industriale e mobilità elettrica.

Le auto elettriche sono alimentate da batterie. Rispetto ai tradizionali motori a combustione, le batterie sono meno complesse da realizzare dal punto di vista meccanico, e più semplici da assemblare, con movimenti ripetitivi. Per questa ragione, la produzione di batterie rappresenta un’operazione facile da automatizzare, ideale quindi per l’impiego di bracci robotizzati.

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La robotica di Fanuc

Le linee produttive dell’automotive dedicate alla realizzazione di veicoli elettrici (EV) richiedono un numero maggiore di robot rispetto alle linee tradizionali”, afferma Yamaguchi. Una delle industrie di riferimento di FANUC è proprio la filiera dell’automobile, e molte delle aziende del settore stanno convertendo la produzione da auto alimentate dai tradizionali motori a combustione ad auto elettriche.

“Le case automobilistiche di tutto il mondo stanno spostando la loro attenzione verso l’elettrificazione, pertanto ci aspettiamo che i relativi investimenti in robot industriali accelerino”, prosegue Yamaguchi. “L’automazione contribuirà a tagliare i costi di produzione delle batterie, che costituiscono una parte decisiva per quanto concerne l’attuale costo elevato dei veicoli elettrici. L’automazione porterà anche alla produzione di massa, che a sua volta produrrà economie di scala per la diffusione dei veicoli elettrici”.

Più robot, meno costi finali

Più auto elettriche, più robot, costi finali minori per gli acquirenti: questa la visione di Yamaguchi. La sempre maggior adesione da parte delle case automobilistiche alle politiche “Zero Emissions”, unitamente agli obiettivi ambiziosi come quello dell’Unione Europea di abbattere il 100% delle emissioni immatricolando dal 2035 solo auto elettriche, stanno spostando rapidamente l’attenzione del pubblico verso i veicoli alimentati a batteria.

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Nel 2021, le vendite di auto elettriche (EV, quindi veicoli alimentati a batteria e plug in – ibridi) a livello globale sono aumentate dell’80% rispetto all’anno precedente, segnando il 7,2% del totale delle nuove auto immatricolate (BloombergNEF).

Anche l’assemblaggio dei motori elettrici e degli inverter è un’operazione facilmente automatizzabile, data la loro struttura non particolarmente complessa. FANUC ha quindi sviluppato nuovi robot industriali dedicati all’industria dell’auto e alla produzione di auto elettriche: sollevatori robusti per i pacchi batterie, e nuovi bracci robotizzati dalla cinematica agile per la saldatura e per l’assemblaggio di batterie e altri componenti anche in spazi difficili da raggiungere.

Non solo automotive. Yamaguchi riconosce come vi siano anche altre industrie che stanno mostrando interesse nei confronti dell’adozione di robot, come quella delle costruzioni e la logistica. “Credo che la domanda di robot collaborativi, che lavorano insieme agli operatori, crescerà. I robot collaborativi si arrestano immediatamente se entrano in contatto con le persone. Richiedono meno spazio perché non hanno bisogno di recinzioni di sicurezza, stiamo quindi registrando un certo interesse nei confronti dei cobot da parte anche delle piccole fabbriche”.

L’obiettivo di Fanuc è supportare tutti i clienti nell’evoluzione delle loro modalità e capacità produttive. “Lavoreremo per rafforzare la nostra capacità di produzione con l’obiettivo strategico di essere sempre più competitivi sul lungo termine”, conclude Yamaguchi.
Attualmente, gli stabilimenti produttivi di Fanuc in Giappone fabbricano 8.000 robot industriali al mese, con la possibilità di espandere la capacità produttiva fino a 11.000 unità.

Nel futuro di Fanuc , la parola chiave è semplicità di utilizzo. L’azienda nipponica prevede di concentrarsi su modelli che offrano funzioni speciali alla portata di tutti, come controlli di facile programmazione e la possibilità di operare in totale sicurezza vicino alle persone.

“Siamo ad un punto di svolta per quanto riguarda l’industria automobilistica: il futuro della produzione di auto punta dritto nella direzione dell’elettrico”, commenta Marco Delaini, Managing Director di Fanuc Italia. “Il layout delle fabbriche sta già cambiando. È inevitabile immaginare una filiera automotive tecnologicamente avanzata, dove i robot si occuperanno di eseguire azioni ripetitive in grandi quantità e gli operatori supervisioneranno l’intera produzione dedicandosi a compiti di analisi e ottimizzazione performance e all’assemblaggio particolarmente complessi, supportati anche da robot collaborativi per l’interazione intelligente tra uomo e macchine”.

 

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