Un Almanacco della scienza robotico

Almanacco della scienza
On line su www.almanacco.cnr.it il nuovo numero del magazine del Consiglio nazionale delle ricerche, dedicato a bot, cobot, robot, automi...

On line su www.almanacco.cnr.it il nuovo numero del magazine del Consiglio nazionale delle ricerche, dedicato a bot, cobot, robot, automi, macchine varie, Ai… Tra timori ed effetti, invece positivi, derivanti dal loro sempre maggiore utilizzo in vari campi.

Secondo i dati forniti dalla Federazione internazionale di robotica, l’Italia è il sesto Paese al mondo per numero di installazioni robotiche, utilizzate nelle fabbriche ma anche in altri ambiti, da quello sanitario alle abitazioni. Ai robot, esaminati con il supporto dei ricercatori del Cnr da vari punti di vista e in vari settori, è dedicato l’Almanacco della Scienza on line da oggi su www.almanacco.cnr.it.

I campi di applicazione

I campi di applicazione di queste macchine sono davvero infiniti, come dicevamo e come vediamo nel Focus: dalle auto a guida autonoma ai misteriosi ma importantissimi Bot di cui parlano rispettivamente Paolo Santi e Maurizio Tesconi dell’Istituto di informatica e telematica. L’ambito medico è certamente tra i più interessanti, come vediamo dagli interventi sulla robotica chirurgica di Giorgio Soldani dell’Istituto di fisiologia clinica e sulla riabilitazione socio-cognitiva-comportamentale di Giovanni Pioggia dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica. Perché allora l’accettazione dei robot è così problematica? Questo il tema affrontato da Umberto Maniscalco dell’Istituto di calcolo ad alte prestazioni e da Daniele Archibugi dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, che spiegano, tra l’altro, perché vadano visti come alleati e non nemici (97 milioni di posti di lavoro creati contro 85 persi entro il 2025, secondo le previsioni). Non a caso, come conferma Luca Moretti dell’Ufficio relazioni europee e internazionali, i finanziamenti destinati dall’Unione europea a questo settore sono così ingenti, 15,3 miliardi di euro in sette anni.

L’aspetto culturale

Infine, c’è l’aspetto culturale: Emiliano degli Innocenti e Par Larson dell’Istituto Opera del vocabolario italiano si concentrano sull’ etimologia del termine robot. Si pensi poi alla fantascienza, che ricordiamo con “Io, robot” (Mondadori) di Isaac Asimov nelle Recensioni, dove parliamo anche di “Un robot per vincere le tentazioni” di Paolo Gallina (Dedalo), che spiega come persino una sveglia rientri in qualche modo in questa categoria, di “Perché i robot sono stupidi?” (Editoriale scienza) di Federico Taddia e Barbara Mazzolai e del sito della Scuola di robotica. Mentre in Altra ricerca si parla del Laboratorio di robotica Odino di Verona.

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