Il primo automa morbido che potrebbe rivoluzionare la robotica

Viene dalla Harvard University il primo prototipo al mondo di robot morbido. Ha la forma di un polpo e con i suoi tentacoli soffici e deformabili può interagire meglio dei suoi colleghi duri con ambienti non strutturati o sconosciuti. Si chiama Octobot e per costruirlo i ricercatori di Harvard hanno stampato (con stampa litografica) i circuiti di controllo, poi hanno fuso e stampato in 3D con materiali morbidi il corpo, infine hanno escogitato un nuovo modo per alimentarlo alternativo alle batterie tradizionali. Il movimento di Octobot è infatti generato da un sistema pneumatico alimentato con acqua ossigenata; l’acqua reagisce con un catalizzatore di platino sviluppando gas. La maggiore difficoltà di progettazione ha riguardato il chip di controllo della reazione chimica e l’indirizzamento del gas nei tentacoli. Il team ha risolto il problema con la tecnica microfluidica: una trama di micropori che genera microflussi di fluidi manipolabili come una corrente elettrica. Le applicazioni di questa nuova generazione di robot sono innumerevoli, dall’ispezione e manutenzione di macchinari, alle operazioni di ricerca e salvataggio, alla produzione di endoscopi morbidi e protesi morbide da usare, ad esempio, nella riabilitazione di giunture

Design thinking

Il motore Raptor: la rivoluzione di SpaceX nell’ingegneria dei razzi

Il motore Raptor di SpaceX che sta trasformando la propulsione spaziale, aprendo nuove possibilità per missioni interplanetarie e modificando l’accesso allo spazio. di Fiorenzo Borreani L’esplorazione spaziale ha sempre spinto l’ingegneria al limite, richiedendo innovazioni continue per superare le sfide

Software

Introduzione ai Drop Test

Le simulazioni di drop test rappresentano una tecnica avanzata nell’ingegneria strutturale per valutare la resistenza di materiali e componenti sottoposti a impatti. Queste simulazioni, basate su metodi numerici come l’analisi agli elementi finiti, consentono di prevedere il comportamento strutturale e

Design thinking

Combattere il caldo con pareti a zig zag a raffrescamento radiativo

Raffreddamento passivo: il successo delle pareti corrugate della Columbia University. di Lisa Borreani Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo energetico globale e contribuiscono al 36% delle emissioni di CO2. Il raffreddamento degli ambienti interni costituisce circa il 20%