Tutta la materia dell’universo in una mappa

Credit foto: Andreas Papadopoulos, University of Portsmouth

Dal lavoro di 150 ricercatori che hanno incrociato i dati provenienti dal Dark Energy Survey e dal South Pole Telescope è stata creata la più accurata mappa sulla distribuzione della materia nell’universo mai realizzata fino a oggi. L’analisi è stata pubblicata su Physical Review D.

L’analisi, che ha coinvolto più di 150 ricercatori ed è stata pubblicata in una serie di tre articoli su Physical Review D, è stata effettuata combinando i dati provenienti dal Dark Energy Surveyuna campagna di osservazione pluriennale effettuata studiando la banda elettromagnetica nel vicino infrarosso e nel visibile finalizzata alla comprensione delle dinamiche di espansione dell’universo e della crescita della sua struttura a larga scala – con quelli raccolti dal South Pole Telescope, una un radiotelescopio di dieci metri situato presso la base Amundsen-Scott in antartide.

Due indagini molto diverse, perché The Dark Energy Survey ha esaminato il cielo per sei anni dalla cima di una montagna in Cile, mentre il South Pole Telescope è concentrato sulle deboli tracce di radiazioni che stanno ancora viaggiando attraverso il cielo fin dai primi istanti dell’universo.

Confrontando le mappe del cielo del telescopio Dark Energy Survey (a sinistra) con i dati del South Pole Telescope e del satellite Planck (a destra), il team ha potuto dedurre come è distribuita la materia. Immagine di Yuuki Omori

Confrontando le mappe del cielo del telescopio Dark Energy Survey (sopra a sinistra) con i dati del South Pole Telescope e del satellite Planck (a destra), il team ha potuto dedurre come è distribuita la materia nell’universo. La combinazione di due diversi metodi di osservazione del cielo riduce la possibilità che i risultati vengano scartati a causa di un errore in una delle forme di misurazione.

“Funziona come un controllo incrociato, quindi diventa una misurazione molto più affidabile rispetto a quando si usa solo l’uno o l’altro”, ha detto l‘astrofisico del’Università di Chicago Chihway Chang, uno dei principali autori dello studio.
In entrambi i casi, dall’analisi è emerso un fenomeno chiamato lente gravitazionale.
Mentre la luce viaggia attraverso l’universo, viene leggermente piegata quando passa davanti a oggetti con molta gravità, come le galassie.