La rivista “Il Progettista Industriale” ha di recente avviato un’indagine, per conto di HP, fra le aziende del comparto metalmeccanico in tema di trasformazione digitale, con particolare attenzione agli sviluppi nell’additive manufacturing.

I risultati dell’indagine Il manifatturiero punta al digitale… è vero oppure no?

Il campione prende in esame per la maggior parte costruttrici di macchine e impianti (32%), in misura minore produttori di componentistica (18%), studi di progettazione (17%), aziende del terziario (13%). Le aziende coinvolte si trovano nella stragrande maggioranza al nord (76%), con prevalenza del nord ovest, mentre il centro partecipa con un 19% ed il sud appena con il 5%.

Più della metà (52%) delle aziende rispondenti hanno un solo stabilimento, in misura minore (24%) da due a cinque stabilimenti, mentre il 19% non ne ha nessuno.

Si tratta con grande evidenza di aziende del comparto della piccola e media impresa, con il 41% di esse con meno di 15 dipendenti, un 14% che ne ha fra i 100 e i 500 ed un 26% che ne ha fra i 15 e i 50.

Ma qual è l’atteggiamento di queste aziende verso i temi della trasformazione digitale?

I dati
Il 61% afferma di interessarsi attivamente alla trasformazione digitale e il 23% se ne dichiara entusiasta, a riprova della vitalità innovativa propria delle PMI italiane, della quale è evidenza ulteriore il fatto che addirittura l’80% delle aziende dichiara l’intenzione di intraprendere un progetto di trasformazione digitale nei prossimi due anni (il 49% investendo nel software, il 22% nell’hardware, il 13% sia in ecommerce/app che in risorse umane) con entità di investimenti, rispetto al fatturato che, per la metà del campione, si attesta su un valore compreso fra il 5 ed il 20%, mentre un 42% del campione investe meno del 5% del fatturato ed un 6% invece supera il 20% .

Il dato più interessante per la ricerca, arriva dalla risposta alla richiesta di identificare in quale delle tecnologie di Industria 4.0 l’azienda ha investito o ha intenzione di investire: la tecnologia di maggiore interesse risulta essere, con un 36% di preferenze, proprio l’additive manufacturing, seguito dal 18% delle soluzioni di advanced manufacturing e dal 21% di quelle di simulazione del processo produttivo.

Alto anche il numero di coloro che non si affidano (28%) a società esterne o che esprimono dei dubbi in merito (33%), contro un 39% che invece ha scelto di avvalersi in misura uguale (sempre 23%) di system integrator, vendor di tecnologia, Digital Innovation Hub o società di consulenza ingegneristica.

Poco meno di metà del campione (45%) dichiara di voler includere l’acquisto di macchine di stampa 3D nei propri progetti di trasformazione digitale, ma numerosi (36%) sono ancora coloro che esprimono dei dubbi in merito o comunque affermano di non aver preso alcuna decisione ed un 19% del campione dice invece che proprio non ha intenzione di acquistarne.

A livello di brand associati all’additive manufacturing, i più citati sono senz’altro HP (27%), Stratasys (22%), 3D Systems (21%).

E chi invece non vuole investire?

Fra coloro che dichiarano di non investire nella trasformazione digitale, la motivazione preminente (53%) è quella di non avere una chiara visione dei vantaggi, mentre il 24% lamenta mancanza di budget. In misura minore (sempre 6%) le ragioni riguardano l’assenza di competenze e la difficoltà di reperimento di professionisti con formazione specifica.

Conclusioni
I risultati confermano ancora una volta l’interesse per i temi innovativi ed anche la concreta attuazione di iniziative, fra le quali l’additive manufacturing che gioca un ruolo importante anche a livello di PMI. Rimangono le incertezze culturali e le difficoltà operative di implementazione che sono peraltro tipiche dell’attuale momento di ripresa e di trasformazione globale.