Sicurezza sul lavoro: secondo Ascom le aziende non colgono i vantaggi della digitalizzazione e dell’automazione

Ascom - Sicurezza sul lavoro
Foto Ziaur Chowdhury, Pixabay

Sicurezza sul lavoro e tecnologia: secondo una ricerca Ascom le aziende non colgono i vantaggi della digitalizzazione e dell’automazione per proteggere i lavoratori.

Il bilancio provvisorio degli infortuni sul lavoro denunciati nel 2022 (Dati Inail) evidenzia un aumento del 25,7% rispetto all’anno precedente. Una ricerca di ASCOM UMS condotta su 551 aziende italiane nei settori dell’industria, del retail e della logistica analizza il livello di adozione di tecnologie per l’identificazione di situazioni di pericolo, il rilevamento di incidenti e la localizzazione di personale in solitario.

Solo 90 delle 551 aziende italiane intervistate nell’ambito di una nuova ricerca sulla sicurezza negli ambienti di lavoro realizzata per ASCOM UMS, fornitore internazionale di soluzioni informatiche per le aziende, utilizzano la tecnologia per digitalizzare e automatizzare almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro, quali ad esempio l’identificazione di situazioni di pericolo, il rilevamento di incidenti o la localizzazione di personale in solitario a rischio.

“L’adozione di misure di sicurezza per la protezione del personale è una delle principali priorità aziendali secondo gli intervistati,” afferma Patrich Villa, Head of Channel Sales di ASCOM UMS. “Tuttavia, quasi due terzi delle imprese interpellate mostrano ancora scarsa consapevolezza dei vantaggi che la tecnologia può fornire sia in termini di riduzione del rischio per i lavoratori che di conformità alle normative e applicazione delle policy”.

L’indagine di ASCOM

L’indagine di ASCOM UMS, intitolata “Il potenziale della tecnologia per processi di lavoro efficaci e sicuri” è stata condotta dalla società di analisi NetConsulting Cube.  La ricerca, focalizzata sui settori dell’industria, del retail e della logistica, mette a fuoco l’approccio delle aziende verso la digitalizzazione dei processi di sicurezza sul lavoro. Lo studio analizza molteplici aspetti tra i quali: le principali fonti di pericolo identificate dalle imprese interpellate, il livello di utilizzo di soluzioni tecnologiche, la propensione all’investimento e le criticità nella gestione della sicurezza.

Solo il 16,3% del campione totale di indagine ha digitalizzato e  automatizzato almeno uno dei processi aziendali legati alla sicurezza sul lavoro. L’identificazione delle situazioni di pericolo è il processo  caratterizzato da un maggior livello di automazione e digitalizzazione  (9,8%). Seguono il rilevamento di incidenti (8,9%) e la  localizzazione di personale in solitaria (3,3%).

Le principali fonti di pericolo per i lavoratori secondo ASCOM

Secondo i risultati dell’indagine, le tre principali fonti di pericolo  identificate dalle aziende che gestiscono in modo digitale almeno un  processo di sicurezza sono: le modalità operative e le attrezzature di  lavoro (53,3%), le caratteristiche dell’ambiente in cui viene svolta  l’attività (52,2%) e la tipologia di attività caratterizzate da fattori di  rischio elevato (32,2%) o in ambienti confinati (16,7%) dove gli operatori lavorano in solitario.

Sono le imprese del settore industriale a distinguersi per il maggior numero di fonti di pericolo in linea con l’eterogeneità delle attività svolte. Per gli operatori logistici, le fonti di pericolo sono legate unicamente  all’ambiente di lavoro, ovvero alla guida dei veicoli, al rumore, alle  vibrazioni e alla natura del materiale trasportato. Le aziende del retail  hanno invece indicato l’ambiente di lavoro, le modalità operative quali  ad esempio attività in ambienti confinati (pulizia cisterne, serbatoi, ecc.),  e i fattori di rischio (chimico, biologico, fisico, di esplosione, d’incendio,  ecc.), particolarmente rilevanti per le realtà del comparto agricolo.

Le aree di azione per migliorare la sicurezza

La sola adozione di soluzioni digitali e automatizzate non è però  sufficiente per gestire in modo efficace la sicurezza sul lavoro. Gli  intervistati riconoscono e si stanno impegnando anche in ulteriori aree  di azione, in particolare la valutazione del rischio (73,3%), corsi di  addestramento sulla gestione delle emergenze e di primo soccorso  (68,9%), l’utilizzo di dispositivi di nuova generazione per la protezione  individuale (65,6%), la nomina di figure preposte (66,7%) piani di visite  e controlli medici per il personale (65,6%), lo sviluppo di corsi di  formazione generica (62,2%), e infine il ricorso a consulenti per ispezioni periodiche (57,8%).

Da un punto di vista settoriale, le realtà industriali sono quelle più attive,  soprattutto nel breve periodo. In generale, le aziende più grandi (oltre  50 milioni di fatturato) si distinguono per una più alta incidenza di  iniziative nei prossimi 12-24 mesi, dimostrando una capacità di visione  sul medio-lungo periodo. L’impegno delle aziende nelle diverse aree è  guidato principalmente dalle normative in materia di sicurezza sul  lavoro.

Gli ostacoli e le criticità nella gestione della sicurezza

 Le normative sono tuttavia anche il principale ostacolo nella  gestione della sicurezza a causa della loro complessità, come  dichiarato dal 45,6% degli intervistati. Non sempre le iniziative da  svolgere risultano infatti chiaramente definite le iniziative da svolgere.   Tra le maggiori criticità rilevate emergono inoltre la scarsa cultura della  prevenzione in azienda o nell’intero settore (34,4%) e la mancanza di  responsabilità dei lavoratori (24,4%). A evidenziare queste difficoltà, in  ordine di priorità, sono in particolare i settori dell’industria e del retail,  dove in molti casi l’organizzazione del lavoro è improntata ad un  approccio artigianale.

L’entità dei costi delle iniziative volte a migliorare  la sicurezza sul lavoro è tuttavia il quarto fattore importante ad essere  citato quale freno agli investimenti (17,8%), soprattutto per le aziende  del mondo retail e della logistica particolarmente sensibili agli aspetti di  recupero di efficienza. Solo un numero molto esiguo di aziende (2,2%)  ha indicato la gestione dei rischi derivanti da interferenze, come  disciplinato dal DUVRI – Documento Unico di Valutazione dei Rischi  Interferenti, tematica che assume maggiore importanza in presenza di attività in appalto.

Gli investimenti nella sicurezza sul lavoro

Analizzando la propensione agli investimenti, le aziende partecipanti  all’indagine appaiono più focalizzate sulla digitalizzazione e automazione  dei processi che garantiscono continuità operativa ed efficienza rispetto a quelli che supportano la sicurezza del personale. I progetti di  digitalizzazione e automazione riguardano infatti principalmente il  funzionamento di attrezzature (61% delle risposte) e la manutenzione  preventiva (41,9%) e correttiva (20,5%) dei macchinari. Solo una  minoranza del campione (16,3%) cita i processi legati alla sicurezza sul lavoro.

Analogamente, le principali leve di investimento citate hanno a che fare  con la ricerca di efficacia attraverso una riduzione dei tempi di  svolgimento delle attività (36,7%) e di fermo (circa 35,8%), mentre  l’incremento del livello di sicurezza sul lavoro risulta solo al quinto posto  (20%) tra le priorità.  L’ambito della gestione di attività e processi legati  alla sicurezza, quali ad esempio la localizzazione di personale a rischio  o la rilevazione di pericoli e incidenti, appare dunque più scoperto, a  ulteriore dimostrazione della scarsa consapevolezza di molte aziende  relativamente al potenziale supporto di strumenti digitali e automatizzati  in questo campo. Sono le aziende industriali a distinguersi per una più  elevata propensione ad investire, pur confermando un maggior  interesse per le soluzioni di digitalizzazione e automazione delle attività  di manutenzione e dei flussi di lavoro.

Le aziende che non prevedono di investire nell’ambito della  digitalizzazione e nell’automazione dei processi nei prossimi 12-24 mesi  mostrano invece una maggiore apertura verso la possibilità di usare la  tecnologia con un approccio esteso anche al supporto dei processi per  la sicurezza dei lavoratori. L’importanza delle soluzioni per la gestione  digitalizzata e automatizzata dei processi di sicurezza sul lavoro è stata  riconosciuta infatti dal 28,1% di queste imprese.Il potenziale della digitalizzazione dei processi a supporto della sicurezza rimane inesplorato.

Le aziende che hanno partecipato all’indagine riconoscono alla  tecnologia un ruolo di abilitazione operativa, tuttavia, il loro livello di  digitalizzazione e automazione è nella maggioranza dei casi medio basso. Produttività, efficienza ed efficacia sono i principali obiettivi.

Il focus appare complessivamente più sbilanciato sulla digitalizzazione e  automazione dei processi che garantiscono la continuità operativa  rispetto a quelli che supportano la sicurezza degli addetti. L’83,7%  delle imprese interpellate gestisce infatti ancora i processi legati  alla sicurezza con un approccio tradizionale, ovvero senza o in  minima parte con dispositivi hardware e soluzioni software. Questo non  è tuttavia riconducibile ad uno scarso interesse delle imprese per le  condizioni di lavoro e l’incolumità del personale, ma a fattori legati alla  cultura tecnologica e a tematiche organizzative. Le iniziative nell’ambito  della sicurezza sul lavoro non rientrano infatti generalmente tra le  attività gestite dalla divisione IT, quindi il livello di conoscenza e  consapevolezza generale dei vantaggi che la digitalizzazione e  l’automazione possono offrire è limitato. Dal punto di vista  organizzativo, l’integrazione ancora scarsa tra sicurezza IT e fisica non  facilità l’adozione di soluzioni digitali a supporto della sicurezza sul lavoro.

La sicurezza sul lavoro rappresenta un ambito nel quale il potenziale  delle soluzioni digitali e di automazione appare ancora inesplorato”,  conclude Patrich Villa, Head of Channel Sales di Ascom UMS. “Il tema è  critico alla luce di fonti di pericolo concrete, insite nella tipologia di  attività e nell’ambiente dove le attività sono svolte, ma la scarsa  consapevolezza dei benefici che le soluzioni tecnologiche possono  offrire, la forte complessità delle norme e la scarsa cultura della  prevenzione frenano la digitalizzazione dei processi in questo ambito”.

Secondo gli intervistati, prezzi contenuti (44,1% delle risposte),  supporto consulenziale (35,4%) e semplicità d’uso (27%) sono i fattori che potrebbero maggiormente aiutare le aziende ad intraprendere un  percorso di digitalizzazione e automazione dei processi a supporto della sicurezza sul lavoro.

È necessario infine che all’interno delle aziende sia favorita una  maggiore integrazione tra la divisione IT e le funzioni che si occupano  della gestione dei processi operativi, in particolare della sicurezza sul  lavoro, per colmare il divario di conoscenza dei vantaggi offerti dagli  strumenti di digitalizzazione e automazione a supporto dei processi di  produzione, manutenzione di macchinari, trasporto e sicurezza del personale.