Intervista a Michele Anoè, progettista e ideatore di Strati – la prima auto stampata in 3D

pi_6 Com’è nata Strati?

Strati è nata un po’ per gioco un po’ per sfi da. Avevo del tempo libero e mi interessava molto il progetto di stampare in 3D direttamente in questa scala: ambizioso da parte di Local Motors farlo in pubblico ad una fiera! Chi poteva darmi un’altra occasione come questa per provare a “costruire” veramente con questa nuova tecnologia? Comunque l’oggetto in se è nato in fretta, il tempo era poco, ho saputo tardi del concorso e all’inizio pensavo a qualcosa di “estremo” che sfruttasse anche concetti di “Design Generativo” usati in architettura, ma mi sono reso conto subito che diffi cilmente si sarebbe sposato con la tecnologia scelta e con i tempi di sviluppo richiesti per questo progetto. Ad un certo punto l’esperienza mi ha aiutato molto, ho semplificato l’oggetto e l’ho reso “stampabile” già dal primo modello digitale. L’idea era di avere un veicolo semplice ma aggressivo che sfruttasse al meglio la tecnologia DDM (hybrid additive/subtractive), su tutto questo pesava il fatto che sarebbe stato un “monolite monocromatico diffi cile da agghindare”. Ho seguito i post molto utili dello staff LM, analizzato attentamente il layout proposto e il prototipo (mule) in lavorazione; ho fatto qualche ulteriore ricerca, ho preparato dei bozzetti nel tempo libero e individuato il volume del veicolo. Ci sono stati alcuni ripensamenti di stile dovuti anche alla qualità notevole di alcuni degli altri progetti e ai commenti dei partecipanti. Ho deciso di passare direttamente al modello digitale tridimensionale con software CAD (Alias Autodesk) e il tempo impiegato è stato più o meno di 10 giorni di lavoro (condensati, 15/20 a calendario). Ci sono in rete dei post con commenti molto critici e in effetti l’oggetto in se può sembrare un po’ troppo semplifi cato; ma il fatto che sia comunque accattivante e soprattutto che si tenti per la prima volta di stamparlo facilmente in un unico pezzo, mi sembra che sposti tutto il resto in secondo piano. Come sempre accade ci sono delle cose che non mi piacciono (come il posteriore per esempio) e che vorrei modifi care, ma per ora non vorrei aprire questo vaso… La mia proposta è comunque una base di lavoro, ricordiamoci che questo progetto è servito da dimostratore di una tecnologia applicata ad un processo. Strati non è un oggetto che vedremo, così com’è, sulle strade.

Come la stampa 3D ha influenzato la progettazione di Strati?

pi_6Piuttosto che pensare a come la stampa 3D infl uenza il modo di progettare l’oggetto auto (e lo infl uenza per forza di cose) proverei a riflettere su come un nuovo modo di produrre può influenzare l’intero ecosistema Automobile… Nel caso di Strati questo non è completamente avvenuto, non siamo di fronte ad un esempio perfetto di questo concetto di massima espressione tecnico/artistica (direi che c’è ancora un bel po’ da fare), ma sicuramente siamo partecipi di un tentativo di guardare le cose da un altro punto di vista. Da italiano, torinese adottivo ho visto praticamente scomparire le nostre eccellenze nel campo del car-design e delle grandi carrozzerie. La grande industria ha creato e poi raso al suolo un’intera infrastruttura produttiva fatta di ingegnosi e abili artigiani, i Makers come si chiamano oggi. Mi piacerebbe vedere esempi come Local Motors nascere in questa landa desolata; mi piace pensare che le opportunità offerte dalle nuove tecnologie siano molto più vicine a noi italiani e al nostro modo di pensare e di lavorare di quanto lo siano per qualsiasi altro Paese.

Quali sono i limiti di un’auto stampata in 3d?

Dipende se parliamo dei limiti del prodotto finito o dei limiti del processo creativo e produttivo. I limiti sono quelli imposti da una tecnologia -quella delle stampanti 3D- ancora poco matura (o in evoluzione) per la produzione in larga scala e per l’elevata qualità che l’odierna industria automobilistica richiede per i suoi prodotti. Il prodotto “Automobile” è un qualcosa di maturo e complesso, con standard progettuali molto rigorosi. Deve rispettare norme di sicurezza e requisiti di affidabilità a livello internazionale, cose che per ora sono tutte da verificare per un auto stampata. Per superare gli attuali limiti credo serva il connubio di diversi fattori e certamente serve ancora del tempo e servono ragazzi coraggiosi come quelli di Local Motors che sperimentino nuove possibilità. Concretamente ci sono limiti dovuti ai materiali impiegati, alla scarsa qualità delle superfici, non ultimo l’attuale elevato standard percettivo dell’utente rispetto all’automobile. Le superfici verniciate e scintillanti, cromate, pur essendo compatibili con la stampa 3D, non sono secondo me il percorso evolutivo a cui ispirarsi. Dal punto di vista creativo, come designer, la stampa 3D apre nuovi orizzonti, non crea limiti. I cambiamenti radicali sono sempre avvenuti con la scoperta di nuovi strumenti e materiali, dal bastone, dalla pietra, dal fuoco, dalla fusione dei metalli fino alla ruota…dai mulini al vapore, dalla stampa al web, dalle enormi presse di oggi alle future stampanti molecolari. Si tratta di modificare l’approccio mentale, e forse a volte questo è l’unico vero limite (almeno per me).