Inaugurata la nuova unità produttiva Kawasaki in Cina, nella città di Suzhou

Foto 1dKawasaki Robotics ha organizzato una riunione del suo network di distributori mondiale per illustrare le novità per il 2016, in particolare il nuovo robot MGHL avente portata da 1000 e 1500 kg ed elevata rigidezza strutturale, da impiegarsi nei settori automobilistico, aeronautico e meccanico. Un robot destinato a rappresentare, per la sua configurazione e tipologia di articolazione, un punto di riferimento per il settore relativamente a tali portate.

Quasi agli antipodi come portata e dimensione è stato massivamente presentato il robot collaborativo Duaro in varie applicazioni che si propone come soluzione economica di affiancamento agli operatori su linee di montaggio, ispezione e confezionamento.

Ma, soprattutto, il colosso nipponico ha colto l’occasione per presentare la nuova unità produttiva attivata in Cina nella città di Suzhou, a circa 150 Km da Shangai.

Lo stabilimento ha una capacità produttiva di circa 6000 robot all’anno, specificamente focalizzata per i modelli di pallettizzazione CP, di saldatura BA e di manipolazione e puntatura CX. Va detto che questa unità non sostituisce, ma affianca lo stabilimento principale di Kawasaki dislocato in Giappone nella città di Akashi, vicino a Kobe, che subirà a sua volta un riadeguamento sulla base del concetto e delle esperienze maturate nella fabbrica di Suzhou. Il concetto di questa linea produttiva è il compendio della grande esperienza maturata da Kawasaki nella costruzione dei robot, fin dagli anni ’70, che la vede tra i leader del mercato mondiale.

Si tratta di un’iniziativa estremamente importante perché introduce un nuovo concetto di cooperazione nella linea produttiva tra robot ed operatori umani. Il concetto di base è che  ai robot sono destinate tutte quelle operazioni e quei processi che rappresentano gli elementi chiave per garantire la qualità del prodotto finale. In particolare: la manipolazione dei gruppi di riduzione che sollevano l’operatore da operazioni ripetitive pesanti, il loro accoppiamento coi motori, l’avvitatura in coppia controllata degli elementi che fissano i riduttori ed i motori alle strutture del robot in modo che sia garantita la sicurezza e che tutti i gruppi meccanici siano correttamente assemblati. Inoltre, una serie di altre operazioni riguardanti l’assemblaggio, la manipolazione di gruppi voluminosi e pesanti (quali le maggiori articolazioni dei robot di palletizzazione tipo CP, le basi del Jt1 dei robot ), così come pure tutte le operazioni di dosatura del grasso all’interno dei riduttori di movimentazione dei singoli assi, il deposito di sigillante nelle aree dove è richiesta una tenuta, il montaggio dei carichi nominali per le operazioni di azzeramento dei robot e le operazioni di ispezione nelle varie fasi del processo di assemblaggio.

Come si può evincere dalle immagini, l’ambiente di lavoro è assolutamente pensato per facilitare gli operatori anche dal punto di vista ergonomico, in tutte le operazioni che non possono essere eseguite in automatico, come la posa dei cavi interni, la manipolazione delle viti di serraggio all’interno del robot (che, se automatizzate, farebbero levitare i costi della linea a livelli non accettabili). La linea lavora in mix, quindi contemporaneamente con più modelli di robot, in funzione del blocco ordini in arrivo.

Tutti i robot si muovono su una piattaforma che li accompagna dall’inizio del montaggio al collaudo finale, passando anche attraverso la cabina di verniciatura robotizzata, dove i robot vengono dipinti secondo lo standard Kawasaki o con colori  in base a particolari richieste dei clienti più importanti.

Ogni robot prima della spedizione è sottoposto poi a 20 minuti di calibrazione meccanica eseguita per mezzo di puntatori laser, che ne permettono un azzeramento del tutto preciso.

L’atmosfera che si respira all’interno dello stabilimento offre la sensazione di trovarsi quasi in un’area ospedaliera, piuttosto che in una fabbrica meccanica…

In un reparto parallelo alla linea di assemblaggio vengono collaudati (stressati)  e testati secondo nuove tecnologie i controllori  tipo E0 che saranno poi collegati ai rispettivi bracci. L’area costruttiva, che copre 11.000 mq, è adiacente ad un altro stabilimento del gruppo Kawasaki, dove vengono costruiti per l’intero mercato asiatico motori idraulici e pompe di alta precisione devoluti ai settori navale, movimento terra etc. E’ prevista per il nuovo stabilimento cinese di Suzhou la possibilità, in futuro, di una sua espansione, al fine di raddoppiarne la capacità produttiva.

Questi nuovi investimenti confermano la volontà del gruppo Kawasaki di porsi come riferimento tecnologico nel panorama della robotica non solo con i nuovi prodotti, ma anche attraverso nuovi concetti produttivi.

Design thinking

Riduzione dell’impatto ambientale come specifica della progettazione

L’adozione di tecniche e criteri di progettazione “green” per la riduzione dell’impatto ambientale non rappresenta solo un dovere etico o un obbligo normativo, ma anche una concreta opportunità di innovazione e di differenziazione competitiva per le aziende. di Giorgio De

Design thinking

Figure 02: l’integrazione di robot umanoidi nella produzione automobilistica

Analisi tecnica dell’impiego del robot Figure 02 nel contesto della iFACTORY BMW. di Lisa Borreani BMW ha avviato una collaborazione strategica con la startup californiana Figure AI per testare l’integrazione operativa di un robot umanoide all’interno di uno stabilimento automobilistico. Il

Metodologie di progettazione

Progettazione strutturale di telai per macchine automatiche

Nel campo dell’automazione industriale, la struttura portante delle macchine riveste un ruolo cruciale per l’intero sistema. Telai, basamenti e strutture di supporto devono garantire rigidezza, stabilità e compatibilità con componenti mobili e attuatori, senza introdurre vibrazioni indesiderate o cedimenti in

Additive manufacturing

Maddie, il primo AI Agent italiano per la manifattura additiva

Maddie è il primo AI Agent sviluppato per semplificare l’accesso alla manifattura additiva e accelerarne l’adozione nel tessuto produttivo italiano, ed è stata la protagonista dell’evento MadeInAdd: Shaping the present of Additive Manufacturing, in cui sono state illustrate non solo