Il laboratorio che distilla qualità e innovazione

Se l’innovazione continua è il motore di Elesa, azienda di riferimento a livello internazionale nella progettazione e produzione di componenti e accessori normalizzati realizzati in materiali plastici e metallici, destinati a settori industriali diversificati, la qualità è il carattere distintivo dei suoi prodotti. Una garanzia di assoluta affidabilità nei materiali impiegati e nel livello delle prestazioni che Elesaè in grado di offrire alla propria clientela e che costituisce per molti aspetti un fattore competitivo decisivo sui mercati di tutto il mondo.Del resto, esiste un profondo legame tra l’attività della divisione Ricerca & Sviluppo e quella del laboratorio, vero e proprio fiore all’occhiello dell’azienda con sede a Monza: un legame che, poi, si estende anche alla assicurazione della qualità nei reparti produttivi.

Il laboratorio

“Il nostro laboratorio è strutturato in primo luogo per servire i clienti interni alla nostra Azienda, a cominciare dalla divisione R&D, dove operano ingegneri con competenze in ambito meccanico ed elettronico, con cui abbiamo un rapporto di collaborazione quotidiana. Ugualmente ci interfacciamo con l’ufficio tecnico per l’industrializzazione e le fasi successive dello sviluppo di un prodotto e con i reparti produttivi per assicurare la qualità di ogni componente realizzato” spiega l’Ing. Mario Villa, coordinatore del laboratorio di ELESA SpA, una laurea in Ingegneria Chimica ad indirizzo materiali ed una consolidata esperienza specifica nei materiali polimerici. Insieme a Villa, nel laboratorio di Elesa opera un team di tecnici, specializzati in meccanica e ingegneria dei materiali. Un gruppo di lavoro snello e flessibile che si avvale di una strumentazione moderna e completa, per eseguire i più differenti test: dalla resistenza meccanica a quella agli urti, dalla resistenza termica o allo scoppio alle misurazioni del flusso o della portata massica per liquidi o gas, fino alla resistenza alla luce solare (suntest) o ai test in camera climatica sul comportamento dei materiali a basse o alte temperature. “Il nostro target sono innanzitutto i tecnici e i progettisti di macchine e attrezzature industriali. Per loro il nostro catalogo è una sorta di riferimento nel momento in cui devono progettare un nuovo prodotto. Del resto un tecnico è particolarmente in grado di apprezzare i “plus” dei nostri prodotti. Non è un caso che noi soli forniamo i valori di resistenza di gran parte dei nostri prodotti. L’appendice tecnica rende poi il nostro catalogo una sorta di manuale. Del resto la molteplicità dei prodotti che realizziamo e la gamma particolarmente ampia di materiali impiegati, talvolta nello stesso componente, richiedono uno spettro di controlli e analisi davvero significativo”, afferma ancora Villa.

Prototipazione su tre livelli

Si passa, a questo punto, alla fase di prototipazione che in Elesa si sviluppa su tre livelli. Il primo livello ha l’obiettivo di fornire indicazioni principalmente sugli aspetti legati all’estetica e ai comportamenti. Il secondo prototipo, realizzato con materiali reali, utilizzando uno stampo pilota è utilizzato per finalizzare la selezione dei materiali con test specifici e ottimizzare le performance del nuovo prodotto. Infine, il terzo prototipo valida il prodotto: viene progettato e costruito lo stampo definitivo, necessario per effettuare una pre-serie che viene validata anche in funzione del processo produttivo impiegato. “In tutto questo processo, il laboratorio viene costantemente coinvolto per l’effettuazione dei numerosi test ai quali sono sottoposti i prototipi. – continua ancora Villa – Ma il nostro lavoro prosegue e si sviluppa anche successivamente, lungo tutto il processo produttivo. Ogni articolo, infatti, nel momento in cui entra nella fase di industrializzazione, viene sottoposto a controlli necessari a verificarne la funzionalità e la conformità alle prestazioni attese. E ciò vale sia per ogni articolo, che per i diversi componenti di cui un prodotto può esser fatto”. Ogni punto colore è definito attraverso coordinate: la produzione deve collocarsi in modo stabile entro valori definiti di tolleranza attorno al punto colore. E, in alcuni casi, come il bianco o il grigio, ogni minima variazione è avvertita dall’occhio”. Sui fluidi e i loro comportamenti abbiamo sviluppato una serie di test estremamente performanti, che riguardano, oltre alla tenuta, la resistenza alla pressione, alla sollecitazione termica o agli urti o alla combinazione di più fattori”.

Controlli accurati

In Elesa, l’accuratezza nei controlli interessa la maggior parte delle produzioni: “Per esempio sottoponiamo le nostre cerniere a cicli di sollecitazione a fatica particolarmente intensi, per garantirne la resistenza anche in condizioni quattro volte più gravose rispetto alle normali condizioni di utilizzo. Analogamente possiamo citare l’esempio delle impugnature girevoli, anch’esse sottoposte a test intensivi di resistenza all’usura”. Il laboratorio di Elesa svolge anche un’ulteriore funzione, a servizio in questo caso del cliente finale: “La personalizzazione della nostra produzione ci spinge ad offrire risposte su misura alle specifiche richieste della clientela, laddove vengono formulate richieste che vanno al di là delle caratteristiche standard dei nostri prodotti. Ciò vale sia per l’impiego di materiali particolari, come i SUPER-Tecnopolimeri, sia per studiare e validare il comportamento di un componente in una particolare situazione di impiego. Il nostro compito è quello di trovare sempre la migliore soluzione alla richiesta del cliente”.

Le certificazioni

Infine vi è il tema delle certificazioni: “Anche in questo caso ci siamo equipaggiati, in parte con attrezzature interne, in parte avvalendoci di strutture esterne accreditate per ciascun ambito specifico, per ottenere le diverse certificazioni richieste, in funzione dei differenti mercati e delle specifiche aree applicative: a titolo di esempio possiamo ricordare la certificazione IMQ, oppure il marchio di sicurezza statunitense UL che stabilisce l’idoneità di un prodotto, per certe applicative, in relazione alle sue caratteristiche di protezione dai potenziali rischi in caso di incendio, shock elettrico o pericoli meccanici, infine alla normativa AtEx, che regolamenta le apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio per la possibile presenza di atmosfere potenzialmente esplosive.”

 

 

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