I sensori intelligenti che supportano lo sviluppo dell’Industria 4.0

Parker Hannifin supporta lo sviluppo dell’Industria 4.0 con la nuova serie P8S CPS di sensori intelligenti per cilindri pneumatici. I sensori sono dotati di funzionalità intelligenti, come la capacità di acquisire e processare localmente le informazioni e comunicare con controllori di livello superiore e/o reti locali. I tre elementi fondamentali di ciò che Parker Hannifin definisce ‘pneumatica intelligente’ comprendono i sensori, i processori ed i protocolli di comunicazione.  Lo sviluppo della serie P8S CPS è stato portato avanti nell’ambito di un progetto che ha visto Parker indagare sull’esistenza di sensori disponibili applicabili alle tecnologie pneumatiche. Il know-how tecnologico acquisito durante questo processo verrà utilizzato in altri studi di automazione industriale, con benefici effetti sulle curve di apprendimento e time-to-market.

Rilevamento ad alta risoluzione

Il P8S CPS (Continuous Position Sensor) consente il rilevamento rapido, preciso, ad alta risoluzione e senza contatto della posizione di un pistone del cilindro in tutto il suo campo di misura.  Il rilevamento diretto del magnete del pistone non necessità di encoder di posizione separati o di un’ulteriore meccanica. Su cilindri, guide lineari e pinze con scanalature a T, è possibile montare i sensori CPS P8S senza accessori aggiuntivi, mentre per altri tipi di cilindri, come ad esempio quelli a barra rotonda, a tiranti e a profilo (e cilindri con scanalatura a coda di rondine) è possibile montare i sensori con l’aiuto di un adattatore. Il montaggio esterno del sensore sul cilindro del pistone consente di risparmiare tempo e denaro fin dall’inizio, in quanto sono richiesti complicati requisiti di integrazione o forature dello stelo.  Inoltre, grazie alle scanalature laterali, il sensore mantiene la sua posizione anche prima del serraggio della vite, evitando un’eventuale caduta all’esterno. La vite mantiene il sensore nella posizione desiderata durante il funzionamento, anche se sottoposto a urti e vibrazioni. Le impostazioni del sensore possono essere regolate durante o dopo l’installazione utilizzando un teach pad o, a seconda della variante, tramite IO-Link.

Dati alimentati in continuo

I sensori P8S CPS alimentano continuamente i dati tramite segnali analogici o dati di processo IO-Link (a seconda della variante scelta). Il trasferimento costante dei dati di posizione consente di migliorare la funzionalità dei cilindri pneumatici e degli azionamenti rendendoli più intelligenti e, di conseguenza, più versatili. In quest’ ottica, è possibile risolvere le sfide ingegneristiche in settori quali il monitoraggio della qualità e il controllo dei processi, in particolare nei mercati dei beni di consumo come quello degli imballaggi. Ne trarranno vantaggio anche la movimentazione e l’assemblaggio di piccoli pezzi, la costruzione di macchine e le applicazioni elettroniche e solari. Entrambe le versioni IO-Link e analogica 4-20mA sono disponibili in campi di misura da 32 a 256 mm. L’intervallo della temperatura di funzionamento è compreso tra -25 e +75°C, mentre la struttura esterna presenta un grado di protezione IP67.

 

Senza categoria

Il motore Raptor: la rivoluzione di SpaceX nell’ingegneria dei razzi

Il motore Raptor di SpaceX che sta trasformando la propulsione spaziale, aprendo nuove possibilità per missioni interplanetarie e modificando l’accesso allo spazio. di Fiorenzo Borreani L’esplorazione spaziale ha sempre spinto l’ingegneria al limite, richiedendo innovazioni continue per superare le sfide

Software

Introduzione ai Drop Test

Le simulazioni di drop test rappresentano una tecnica avanzata nell’ingegneria strutturale per valutare la resistenza di materiali e componenti sottoposti a impatti. Queste simulazioni, basate su metodi numerici come l’analisi agli elementi finiti, consentono di prevedere il comportamento strutturale e

Design thinking

Combattere il caldo con pareti a zig zag a raffrescamento radiativo

Raffreddamento passivo: il successo delle pareti corrugate della Columbia University. di Lisa Borreani Gli edifici rappresentano circa il 40% del consumo energetico globale e contribuiscono al 36% delle emissioni di CO2. Il raffreddamento degli ambienti interni costituisce circa il 20%