Gruppo Camozzi, ABB ed Evolut stanno lavorando insieme per la crescita dell’Industria 4.0. Nato nel 1964 a Lumezzane (BS), per iniziativa dei fratelli Attilio, Luigi e Geromino Camozzi, come azienda produttrice di componenti pneumatici, il Gruppo Camozzi è oggi tra le più importanti realtà industriali italiane nel settore dell’automazione industriale, delle macchine utensili, del meccanotessile. Da molto tempo il Gruppo Camozzi è attento alle opportunità offerte dalle tecnologie più avanzate, come testimonia la creazione di Camozzi Digital, società del Gruppo sorta con l’obiettivo di supportare le aziende che vogliono crescere e avere successo valorizzando l’innovazione digitale e l’Internet of Things.
Lodovico Camozzi, Presidente e CEO Gruppo Camozzi
«Oggi l’Industrial Internet of Things rende disponibile in tutti i settori produttivi un’enorme quantità di dati che consente di ottenere un rapido aumento dell’efficienza e della produttività e, di conseguenza, ingenti risparmi» spiega Lodovico Camozzi, presidente e amministratore delegato del Gruppo.
Marco Camozzi, Direttore Generale Divisione Camozzi Automation
«Non sfruttare questo patrimonio sarebbe un errore imperdonabile ed è per questo che il Gruppo sta investendo molto in questo ambito, con l’obiettivo di valorizzare al meglio le opportunità della quarta rivoluzione industriale».
Cristian Locatelli, Direttore Generale Divisione Camozzi Digital
Uno dei fiori all’occhiello di Camozzi Digital è l’impianto all’avanguardia realizzato presso lo stabilimento di Polpenazze del Garda (BS) in collaborazione con ABB Robotica ed Evolut Spa di Castegnato (BS), uno tra i importanti integratori italiani ed europei di sistemi robotizzati in ambito industriale.
Una cella robotizzata di assemblaggio all’avanguardia
Il progetto si distingue per la presenza di una cella robotizzata di assemblaggio nella quale un robot collaborativo YuMi lavora gomito a gomito in sicurezza con un operatore in carne e ossa per assemblare una servovalvola con un processo digitalizzato. La cella è dotata di sensori che trasmettono grandi quantità di dati in tempo reale alla piattaforma di Camozzi Digital, dove sono elaborati per ricavare informazioni fruibili e funzionali all’ottimizzazione dei processi. «L’impianto di Polpenazze è la concreta testimonianza del ruolo da protagonista che ABB ha assunto nella quarta rivoluzione industriale, attraverso il suo impegno nello sviluppo dell’Internet of Things» afferma Oscar Ferrato, YuMi Local Product Manager, ABB Italia.
Oscar Ferrato, YuMi Local Product Manager, ABB Italia
«YuMi è un elemento chiave della nostra strategia Internet of Things per la sua capacità di lavorare, senza gabbie o barriere protettive, a stretto contatto con addetti umani in virtù della sua progettazione a sicurezza intrinseca».
Il lavoro di YuMi
Nell’applicazione realizzata in Camozzi, grazie ai suoi due bracci YuMi preleva da distinti polmoni di carico il corpo valvola e il relativo fondello, assemblandoli in automatico con due viti e sollevando l’operatore dall’attività ripetitiva e logorante di avvitatura dei componenti. L’addetto può così essere impiegato in operazioni con un valore aggiunto maggiore, come supervisionare il corretto funzionamento della cella secondo un protocollo di manutenzione predittiva, in linea con i principi di Smart Manufacturing adottati dal Gruppo Camozzi in tutti i propri impianti. Grazie alla cella realizzata da ABB ed Evolut, la produzione giornaliera di valvole della Serie 3 è aumentata in modo significativo.
Una nuova cella collaborativa evoluta
«Integrazione 4.0 è il nome che, in Evolut, diamo a un approccio, del tutto contemporaneo, alla creazione di nuovi sistemi produttivi che pongano al centro l’efficienza dell’impianto combinata all’uso di quelle che sono definite tecnologie abilitanti» ha puntualizzato Franco Codini titolare di Evolut. Nel caso di questa prima isola di assemblaggio collaborativo realizzata in Camozzi, si è trattato dell’inserimento di un robot assemblatore tra due operatori che realizzano il pre-assemblaggio e curano il collaudo: abbiamo cioè assegnato al robot una funzione che richiede estrema precisione ma è assolutamente ripetitiva e priva di possibilità decisionali, che vengono concentrate sull’uomo.
La prossima cella collaborativa
Nel prossimo autunno, in Camozzi, sarà operativa anche una cella collaborativa di assemblaggio ad alta velocità composta da 5 robot antropomorfi. La cella avrà alte velocità, ma sarà collaborativa in quanto permetterà l’accesso all’operatore riducendo o fermando il proprio movimento per riprenderlo appena possibile, senza lunghissime procedure. Nuovo è anche l’approccio progettuale: non più progettazione meccanica, poi elettrica, poi di software, ma approccio globale, interdisciplinare gestito da un tecnologo in grado di immaginare il processo per poi assegnare e coordinare le sotto-progettazioni che non saranno quindi più “sequenziali” ma parte di un insieme coordinato che cresce.