Un connubio impensato è senz’altro quello recente tra la Jose Cuervo, icona della tequila, e la Ford Motor Company. Ma qual è l’interesse che accomuna le due aziende? L’esigenza del primo, smaltire gli scarti della lavorazione, si sposa con il problema della seconda, trovare nuove materie prime a basso costo per i componenti automobilistici. Ed è così che le due aziende si sono incontrate nella ricerca comune di recuperare le fibre di scarto dell’agave e trasformarle in una nuova bioplastica. La Ford da tempo è impegnata nell’uso di materiali rinnovabili, dalla soia al grano e alla noce di cocco. Ora si aggiungono i residui fibrosi dell’agave blu: ciò che rimane dopo la distillazione della tequila. I risultati dei primi test sono molto promettenti, ottime le performance di resistenza e robustezza, gradevole anche l’effetto estetico del nuovo materiale. Superata la fase pilota – con successo, secondo le attese – anche le fibre vegetali dell’agave potranno trasformarsi in cablaggi, vani portaoggetti e climatizzatori.
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