Ecco come lavorano le stampanti 3D di metalli: il raggio laser fonde polveri di titanio

A Cameri, in provincia di Novara, funziona a pieno ritmo lo stabilimento di Avio Aero interamente dedicato alla manifattura additiva di componenti per l’aeronautica. Vengono usate due tecnologie per la stampa 3D: EBM (Electron Beam Melting) e DMLM (Direct Metal Laser Melting).

Entrambe usano il calore per fondere polveri metalliche e costruire oggetti tridimensionali strato su strato, ma il procedimento è completamente diverso così come sono diverse le finiture dei prodotti stampati.

Nel caso dell’EBM, una tecnologia proprietaria messa a punto dalla svedese Arcam – che attualmente è l’unica a vendere stampanti 3D di questo genere – la sorgente di calore è costituita da un fascio di elettroni che ha il compito di preriscaldare le polveri e successivamente di fonderle nel corso di un processo che avviene sottovuoto.

Nel caso della DMLM, tecnologia più matura offerta da diversi produttori,  è il calore di un laser a fondere le polveri e la stampa avviene in ambiente semplicemente protetto e non sottovuoto.

Dal punto di vista delle proprietà meccaniche del materiale entrambe le tecnologie consentono di produrre oggetti equivalenti a quelli ottenuti con la tradizionale forgiatura, con in più una difettosità estremamente bassa e un’ottima omogeneità.

Nel video, che abbiamo girato nello stabilimento di Cameri, il procedimento di stampa 3D con tecnologia DMLM.