Droni di ultima generazione per il ritrovamento di persone disperse

Droni
Droni per il ritrovamento di persone disperse in mezzo alla neve e per il raggiungimento di luoghi poco accessibili nel minor tempo possibile.

Droni di ultima generazione per il ritrovamento di persone disperse in mezzo alla neve e per il raggiungimento di luoghi poco accessibili nel minor tempo possibile. È quanto ha sperimentato ENEA insieme a Protezione Civile, Sapienza Università di Roma e la società Red-Tech nell’ambito di una serie di esercitazioni nel comprensorio sciistico di Roccaraso (L’Aquila).

Le missioni, ideate e coordinate da Valentino Arillo della Protezione Civile di Civitavecchia, sono state portate a compimento grazie all’impiego di diversi droni equipaggiati anche con termocamere e camere a 360° apportando correzioni e modifiche ad ogni fine sessione.

Tecnologie basate su droni

“Da circa un anno il nostro laboratorio ha iniziato ad orientare la propria esperienza su tecnologie basate sui droni, per estenderne le applicazioni in ambito di safety e security, radiologico e chimico, monitoraggio di impianti nucleari e di piattaforme petrolifere e rilevamento tridimensionale di opere d’arte di medie e grandi dimensioni,” spiega Massimiliano Guarneri ricercatore ENEA del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia, referente del progetto cui ha collaborato anche il collega Massimiliano Ciaffi.

L’attività emergente affianca tecnologie più consolidate sviluppate all’interno del laboratorio con lo scopo di valutare attraverso l’addestramento su campo i limiti e le potenzialità offerte dalle tecnologie esistenti al fine di estenderle o migliorarle con lo sviluppo di strumentazione specifica e di algoritmi per il processamento dati, basato anche sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale.

Addestramento dal vivo

“Alla fine dei due giorni di esercitazioni, si è presentato un caso, non preventivato, di una donna che si è sentita male sulle piste e di cui non si conosceva l’ubicazione precisa. Su richiesta delle autorità locali è stata fatta una ricognizione con un drone e in pochissimi minuti è stato possibile dare le coordinate per consentire ai soccorsi di raggiungere il luogo preciso”, prosegue Guarneri.

Fotogramma acquisito in tempo reale attraverso il drone e processato dalla rete neurale per individuare oggetti e persone sulla scena.

Attraverso l’uso di un drone FPV (First Person View) per la ricostruzione tridimensionale di una zona innevata su cui era stata fatta un’esercitazione per il ritrovamento di persone disperse, sono stati acquisiti dati ad una quota di oltre 30 m ed è stato possibile rilevare alcune tracce lasciate dai gatti delle nevi passate poco prima.

Screenshot del processo di training della rete Instant-NERF per la ricostruzione della scena 3D

Inoltre si sta ultimando l’adattamento di una Rete Neurale per l’individuazione di persone su filmati ottenuti da camere a 360°. Le stesse tecnologie e metodologie sono state utilizzate anche nel progetto INCLUDING coordinato da Luigi De Dominicis, responsabile della Divisione ENEA di Tecnologie Fisiche per la Sicurezza e la Salute. In questo caso si è trattato di  una demo in campo forense su tematiche CBRN (chimico-biologico-radiologico-nucleare) per il rilievo mediante drone e reti neurali sia di oggetti e persone sul campo che per la ricostruzione quasi in tempo reale della scena 3D attraverso l’uso di algoritmi “Instant Neural Graphics Primitives”, introdotti recentemente dall’azienda statunitense NVIDIA Corporation.

Le due scene a confronto: a sinistra il modello ottenuto con la rete neurale Instant-NERF e a destra il modello 3D ottenuto con programmi professionali di fotogrammetria.

Pur non essendo ancora maturi per un uso intensivo in campo professionale, questi algoritmi hanno delle caratteristiche che consentono di avere immagini ricche di informazioni ottico-fisiche nettamente superiori rispetto agli standard di programmi professionali per la ricostruzione di modelli 3D.

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