A partire da settembre componenti semplici in materiale plastico come protezioni delle molle, supporti, condotti e morsetti di circuiti elettrici o dell’aria cominceranno ad essere prodotti tramite fabbricazione additiva. Tradizionalmente i produttori di veicoli devono produrre una grande quantità di articoli di ricambio per i loro mezzi nuovi e vecchi, quindi devono spedire su scala globale alle varie concessionarie e officine che li custodiscono nei magazzini: questi passaggi sono evidentemente onerosi e poco inefficienti. Con l’introduzione della stampa 3D è possibile tenere un database generale dei file dei relativi ricambi e ogni officina autorizzata munita di stampante 3D può stamparsi il pezzo che gli interessa nel momento in cui ne ha bisogno.

Oltre al risparmio per la produzione, la spedizione, il trasporto e lo stoccaggio, ci sono benefici anche dal punto di reperibilità ed efficienza, soprattutto per quanto riguarda i modelli non più in produzione: se un ricambio non è presente in magazzino possono passare giorni prima della consegna al cliente, stampandola si ragiona in termini di ore. Dati tutti questi vantaggi, quali fattori ostacolano la diffusione della stampa 3D nel settore automobilistico?

In primo luogo la velocità di produzione: finché si tratta di poche unità di pezzi lo stampaggio 3D ha dei tempi ridottissimi, ma se si pensa a produrre serialmente grandi numeri di pezzi allora non c’è confronto con le tecnologie tradizionali. In secondo luogo la consistenza dei pezzi prodotti che non è ancora affidabile in termini di proprietà meccaniche rispetto ai processi produttivi classici.

Prima di partire con il programma di stampa 3D su larga scala Daimler sta imbastendo un database di oltre cento mila file che devono essere stampati e testati prima di essere consegnati ai rivenditori. Il settore automobilistico insieme a quello aero-spaziale può fare da traino per lo sviluppo a livello industriale dello stampaggio 3D, per le risorse a disposizione, i centri di ricerca e sviluppo e soprattutto per le proprie esigenze che ben si coniugano con le caratteristiche e le potenzialità della stampa additiva.

Daimler fa parte del gruppo “Daimler Chrysler” insieme a Chrysler e Mercedes-Benz, quindi di conseguenza questa decisione potrà interessare presto anche gli altri marchi automobilistici del gruppo, BMW sfrutta queste tecnologie per la fase prototipale dagli anni ’90, il gruppo VAG ha recentemente creato un centro di ricerca specifico per la fabbricazione additiva con materiali metallici.