Misurare la distanza con i sensori laser Luce blu o rossa?

Il principio a triangolazione laser permette di rilevare la distanza su un’ampia gamma di superfici e materiali ed è possibile effettuare diverse tipologie di misurazione laser: spostamento, distanza e posizione tramite i laser a triangolazione con spot puntuale, oppure misurazioni di profili o gap tramite l’utilizzo di profilometri laser in grado di proiettare una linea laser continua. I sensori possono essere equipaggiati sia con luce laser blu che rossa, con i vantaggi e gli svantaggi che le contraddistinguono.

Quella dei laser rossi è una tecnologia comprovata a partire dagli anni ’90 e fornisce misure molto precise e veloci per tante applicazioni industriali e in diversi settori. Micro-Epsilon ha sviluppato ulteriormente questa tecnologia di misurazione presentando alcuni anni fa un’anteprima mondiale: la tecnologia a luce laser blu per sensori a triangolazione laser. La tecnologia a laser blu viene utilizzata quando la luce laser rossa raggiunge i proprio limiti. A differenza di quest’ultima infatti, in molti casi la luce laser blu non penetra l’oggetto sottoposto a misurazione, proiettando invece punto o una linea netta. E’ pertanto possibile effettuare misure affidabili su oggetti di natura biologica o semi-trasparenti. I laser blu sono consigliati anche nel caso in cui i target di misura raggiungano lo stato incandescente. Questo grazie alla maggiore distanza spettrale e all’insensibilità della luce blu alle radiazioni rosse emesse dall’oggetto rovente, che potrebbero invece fornire segnali anomali qualora si utilizzasse un laser rosso.

Tuttavia, i sensori con luce laser rossa raggiungono classi laser più elevate e forniscono un’intensità luminosa maggiore rispetto a quelli blu, molto utile nel caso in cui il target di misura è caratterizzato da una superficie scura. Aspetto importante nel processo produttivo dei pneumatici in gomma e in modo particolare durante la fase di estrusione dove la superficie assorbe una gran quantità di luce. Mentre la luce laser blu verrebbe “inghiottita” dalla superficie nera, quella rossa viene riflessa sufficientemente. Con metalli lucidi e superfici ruvide, il laser rosso recupera maggiori informazioni fruibili per la generazione di un valore medio, mentre la luce blu consente di ottenere risultati più precisi su superfici lisce.

Generalmente, è necessaria un’attenta valutazione per determinare quale luce laser sia più idonea alla propria applicazione. A seconda del materiale di cui è composto il target di misura, la luce laser rossa “convenzionale” penetra con un’intensità maggiore o minore. L’esempio più comune è quello dei target di misura organici, in cui i laser a luce rossa penetrano in profondità e si disperdono a causa della loro lunghezza d’onda di 670 nm. Diversamente, i laser che utilizzano una luce blu difficilmente penetrano l’oggetto di misura, grazie alla lunghezza d’onda più corta (405 nm). I laser blu offrono quindi misure stabili e precise sui target in cui i laser rossi raggiungono i loro limiti.

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