L’installazione del silenzio assoluto al Guggenheim Museum

A New York, città tra le 10 più chiassose al mondo, il rumore è una costante. Il frastuono dei ristoranti supera i 90 decibel e le metropolitane che attraversano la città registrano più di 80 decibel. A offrire un silenzioso e tranquillo rifugio fino al 2 agosto è il Guggenheim Museum con l’opera PSAD Synthetic Desert III.

Manipolare suono, luce e spazio

L’installazione, ideata da Doug Wheeler, realizzata dal Guggenheim Museum e sponsorizzata da BASF, manipola il suono, la luce e lo spazio in una “stanza semi-anecoica” progettata per cancellare tutti i rumori, lasciando solo i livelli più bassi del suono ambientale. L’opera si avvale della tecnologia di cancellazione del suono, normalmente applicata a esperimenti e test nell’ambito dell’ingegneria del suono. L’illuminazione e la configurazione della stanza sono state invece progettate per creare l’illusione ottica dell’infinito. L’artista Wheeler paragona infatti l’impressione acustica e visiva del Synthetic Desert III alla sua esperienza personale nel vissuta nel deserto dell’Arizona del Nord, dove le condizioni di semi-silenzio riescono a influenzare la percezione visiva delle distanze.

Sentire il battito cardiaco

“Il silenzio solitamente misura 30 decibel e la stanza semi-anecoica di Wheeler registra un range tra i 10 e i 15 decibel. È così silenziosa che si riesce ad ascoltare il proprio battito cardiaco”, commenta Doyle Robertson, esperto in schiuma melamminica di BASF Nord America.  A contribuire alle proprietà anecoiche della stanza è il prodotto Basotect di BASF, espanso flessibile di resina melamminica a cellule aperte, con elevate proprietà di assorbimento acustico. Ha un’amplia gamma di utilizzi in architettura, nel settore delle costruzioni e nelle applicazioni industriali, come ad esempio nelle cabine degli ascensori dei grattacieli di New York, dove viene isolato perfino il rumore degli ascensori più veloci (fino a 23 km/h).

400 piramidi e 600 cunei

Attraverso l’unione di chimica, arte e architettura, l’installazione al Guggenheim utilizza 400 piramidi e 600 cunei di Basotect che ricoprono il pavimento, le pareti e il soffitto della stanza. Francesca Esmay, Conservator, Jeffrey Weiss, Senior Curator e Melanie Taylor, Director of Exhibition Design del Guggenheim hanno lavorato per due anni con l’artista per la realizzazione dell’installazione, che è stata progettata nel 1971 ma che viene  realizzata per la prima volta all’interno del Museo e per la  costruzione della quale il team dedicato ha accuratamente selezionato il materiale da utilizzare.  “Le proprietà fonoassorbenti di Basotect e le sue capacità di essere modellato si sono rivelati un connubio ideale per la riuscita della mostra al Guggenheim” ha commentato Joerg Hutmacher, CEO di Pinta Acoustic, che sviluppa prodotti tridimensionali per il controllo acustico di soffitti e pareti. “Non conosco altri prodotti che l’artista avrebbe potuto utilizzare per realizzare ciò che aveva ideato”.  Grazie alle elevate capacità di assorbimento del suono e alla flessibilità, Basotect ispira architetti, designer, ingegneri del suono fornendo loro un prodotto ideale per creare spazi con una acustica appropriata ed esteticamente accattivanti, che si tratti di un palazzetto dello sport, un locale o di uno studio di registrazione. Basotect ha anche delle ottime proprietà ignifughe, è estremamente leggero e facile da installare.